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Carnevale a Treviso: «Loggia dei cavalieri vittima dell'effetto Disneyland»

Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica, definisce "fuori luogo" il Villaggio delle fiabe allestito dall'amministrazione comunale dentro l'edificio risalente al tredicesimo secolo: «Utilizzo incongruo»

In assenza della tradizionale sfilata dei carri mascherati, il Comune di Treviso ha compiuto uno sforzo importante per offrire, nel periodo di Carnevale, alcuni momenti di intrattenimento a bambini e famiglie, riscuotendo un grande successo di pubblico. Lo sforzo dell’amministrazione per i più piccoli è stato riconosciuto ed apprezzato anche da Luigi Calesso, portavoce di "Coalizione Civica" che ha però colto l'occasione per lanciare una nuova riflessione.

«L'aspetto su cui mi pare vada aperta una riflessione (che mi è stata sollecitata in questi giorni da molte persone) è l’utilizzo della Loggia dei Cavalieri che in questi giorni ospita il “Villaggio delle Fiabe”, sicuramente bellissimo per i bambini ma assolutamente fuori contesto in un edificio di grande valore storico e architettonico risalente al tredicesimo secolo - commenta il politico trevigiano - A tutti è evidente, infatti, come negli ultimi anni la Loggia venga periodicamente utilizzata anche per intere settimane (per il “Natale incantato” prima ancora che per il Carnevale) come “contenitore” di iniziative che nulla hanno a che vedere, appunto, con la sua valenza culturale. Se risulta difficile sopportare che sia Piazza dei Signori a fare da “sfondo suggestivo” per le più disparate manifestazioni e occupazioni, lo è ancora di più il “riempimento” periodico della Loggia che rappresenta un vero e proprio monumento della città. Pongo, questioni, due questioni relative, appunto, agli utilizzi palesemente incongrui della Loggia.

Ci stiamo rassegnando alla "tendenza Disenyland" - si chiede Calesso - Pensiamo, cioè, che i luoghi della città, gli elementi che ne caratterizzano il patrimonio culturale e architettonico possano essere costantemente o frequentemente utilizzati come “quinte pittoresche” per iniziative di qualunque tipo? Su questo aspetto va aperta, a mio avviso, una riflessione anche perché con la logica delle “location suggestive” non si costruisce  un futuro per la città neppure a livello economico, turistico, di attrattività: da una città d’arte il potenziale visitatore si aspetta tutela e rispetto per le opere d’arte, gli edifici di valore architettonico, il patrimonio culturale. L'effetto Disneyland può essere riprodotto ovunque mentre la centralità e il rigore culturale sono la garanzia che una città d’arte offre a chi si prepara a visitarla e, se non le trova, sceglierà di andare dove, al contrario, sono assicurate.

Il decoro della Loggia - continua Calesso - non riguarda solo i ragazzi che la frequentano. Come è noto, l’ordinanza voluta dall’amministrazione Conte vieta una lunga serie di comportamenti all’interno della Loggia, con il dichiarato scopo che i ragazzi che la frequentano non si siedano sui muretti, non consumino alimenti e così via. Il problema però è se il decoro venga violato solo dai comportamenti oggi vietati o anche da utilizzi del monumento completamente incongrui con la sua storia. In buona sostanza, i comportamenti non ammessi sono quelli individuali mentre l’amministrazione comunale può fare quello che vuole? Al di là del segno politico dell’amministrazione attualmente in carica, vorrei veramente che su questi due aspetti si aprisse un dibattito in città, per capire, tutti insieme, come la Loggia dei Cavalieri e i tanti altri tesori culturali della città possono vissuti, visitati, apprezzati, utili per la quotidianità e per la vita economica di Treviso senza essere necessariamente sviliti a “scenografie glamour”. Più che un problema per questa amministrazione e per le prossime, è un problema per la città» conclude Calesso.

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