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«Per ridurre l’inquinamento del Sile serve un regolamento sui pesticidi»

A dirlo è Luigi Calesso di Coalizione Civica che ha individuato nei prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura una delle principali cause dell'inquinamento del Sile

«Il problema dell’inquinamento delle acque in città - con le sostanze inquinanti che da collettori fognari, fossati, canali, corsi d’acqua minori finiscono per riversarsi nel corso del Sile – dipende certamente in massima parte dagli scarichi domestici (depurati e non) ma una parte significativa è causata dai residui dei prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura, residui che arrivano, a loro volta, nei corsi d’acqua».

A dirlo in queste ore è Luigi Calesso di Coalizione Civica che spiega come, secondo lui, il problema dell'inquinamento possa essere contenuto, se non completamente risolto, con l’adozione di un regolamento comunale per l’uso dei prodotti fitosanitari che definisca le aree frequentate dalla popolazione in cui è vietato l’utilizzo di sostanze chimiche (sostituite da mezzi biologici, fisici e meccanici) e la distanza minima dai corsi d’acqua, oltre la quale è proibito l’uso delle stesse sostanze. «Uno strumento regolamentare di questo tipo - sostiene Calesso - si inserisce negli attuali ambiti normativi ed è di sicura efficacia nella tutela della salute delle persone e dell’ambiente. Non a caso numerose amministrazioni comunali hanno adottato regolamenti per l’uso dei prodotti fitosanitari e li fanno rispettare, nella nostra provincia, ad esempio, il Comune di Mogliano Veneto. Nelle scorse settimane sono stati gli eurodeputati socialdemocratici e da Pan Europe (Pesticide Action Network) a lanciare un appello proprio a favore della regolamentazione a livello locale di questi prodotti sostenendo che occorre liberare i nostri cittadini dai pesticidi nelle aree urbane. L'Unione Europea investa di più nel mettere in rete le migliori pratiche a livello europeo».

«Tale appello – spiegano i promotori - rappresenta un doveroso atto di grande responsabilità nei confronti dei cittadini europei, in particolare dei gruppi più vulnerabili, come i bambini. Non c'è dubbio che l'Europa debba aumentare i suoi sforzi per eliminare le sostanze nocive dalla nostra vita quotidiana. Tutti meritiamo di vivere in un ambiente non tossico. I governi locali che vietano i pesticidi negli spazi pubblici stanno guidando questa transizione e stanno dando il buon esempio a tutti noi. Hanno capito che la pigrizia o la sconsideratezza non sono ragioni accettabili per creare oneri inutili per la salute pubblica. Questo sarà solo il primo passo per l'implementazione della rete di città prive di pesticidi». Treviso potrebbe entrare a far parte di questa rete cominciando col dotarsi dello strumento del Regolamento per l’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura che rappresenterebbe un passo concreto anche per ridurre la presenza di sostanze chimiche nei corsi d’acqua della città. «Il regolamento - conclude Calesso - dovrebbe avere gli obiettivi di: ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità; promuovere l'applicazione della difesa integrata, dell’agricoltura biologica e di altri approcci alternativi alla difesa delle colture dai parassiti; proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata; tutelare i consumatori; salvaguardare l'ambiente acquatico e le acque potabili e conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi. Per la nostra città sarebbe un passo in avanti verso il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e la sostenibilità ambientale delle attività economiche, obiettivi che i nostri amministratori dichiarano continuamente essere tra le loro priorità».

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