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Trenta sindaci trevigiani manifestano davanti alla Prefettura

Una trentina di sindaci leghisti hanno manifestato, il giorno della Festa della Repubblica, davanti alla Prefettura di Treviso contro le misure del Governo

Dopo il la dal sindaco di Silea, Silvano Piazza, che aveva annunciato che avrebbe disertato i festeggiamenti del 2 giugno, oggi una trentina di amministratori leghisti si sono radunati davanti alla Prefettura di Treviso per protestare contro le misure "vessatorie" del Governo.

La manifestazione dei primi cittadini trevigiani, con in prima fila il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, si è svolta poco prima del tradizionale concerto al teatro "Dal Monaco".

I sindaci sono stati poi ricevuti dal prefetto, Aldo Adinolfi, che ha promesso di inoltrare alla Presidenza della Repubblica un documento in cui gli amministratori trevigiani spiegano le proprie ragioni.

Come illustrato da Leonardo Muraro, i sindaci ritengono che il Governo non soddisfi le esigenze basilari degli enti locali. "I 70 miliardi di euro che lo Stato non dà alle imprese, causa per cui molti imprenditori si sono suicidati - ha elencato Muraro -, il disagio dovuto al blocco del patto di stabilità dimostrano che lo Stato non funziona. E' il fallimento totale".

Promotore della protesta di oggi è stato il sindaco di Ponzano Veneto, Giorgio Granello, neo segretario provinciale della Lega Nord, che si è detto amareggiato per l'assenza alla manifestazione dei sindaci trevigiani di altri partiti. "Avevo avuto il via libera dai segretari del Pd e del Pdl - ha osservato Granello - anche perché avevo spiegato l'importanza della coesione. Ma non hanno capito che questa iniziativa era decisamente apartitica. Sono soddisfatto comunque che il prefetto sia preso l'impegno di trasmettere a Roma il nostro documento".

I sindaci hanno tenuto a precisare che la loro protesta non era rivolta alla Prefettura, bensì contro il Governo che non comprende le loro difficoltà. "C'è uno iato incolmabile tra i Comuni e lo Stato, questo territorio ha dato molto ma in cambio non ha avuto nulla - ha dichiarato Marzio Favero, sindaco di Montebelluna - A che serve lo Stato se non possiamo portare a casa il minimo per garantire i servizi ai nostri cittadini?".

"Non si vuole violare la Costituzione - ha aggiunto Favero - anzi vogliamo che si rispettino gli articoli 3 e 5 della 'carta' che sottolineano la parità di tutti i cittadini ed il rispetto delle autonomie locali".

Il Prefetto Adinolfi ha mostrato di condividere le preoccupazioni dei primi cittadini trevigiani: "E' un momento difficile - ha dichiarato - sotto il profilo economico e cercherò di aiutarvi".

Nel documento sottoscritto dai sindaci si denuncia "il fatto incontrovertibile che il bene dell'unità della Repubblica, oggi poggiante sull'armonia tra i diversi livelli amministrativi, è gravemente messo in pregiudizio dall'azione vessatoria dello Stato. Così come risulta gravemente vulnerato - prosegue - il principio a livello giuridico europeo della sussidiarietà".

Da qui l'appello dei sindaci del Carroccio al presidente della Repubblica affinché "proceda alla tutela del bene comune riprendendo e censurando le manovre intraprese dallo Stato, tramite le iniziative governative, che risultano essere sostanzialmente in contrasto con la Costituzione, poiché vanno a violare la Carta fondamentale ai punti dell'articolo 3 e 5".

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