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Ondata di migranti nella Marca trevigiana e Zaia insorge: "Basta con questo andazzo"

I nuovi arrivi di profughi nel trevigiano non sono andati giù al Presidente della Regione Veneto che attacca anche chi guadagna dal "business dei profughi"

TREVISO “Le ultime notizie parlano chiaro: Treviso è un paradigma dell’improvvisazione confusionaria, e per questo pericolosa, con cui si continua a gestire l’immigrazione”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, commentando gli ultimi sviluppi dell’invio di immigrati nella Marca trevigiana.

Novanta immigrati spediti in un paesino di 2.700 abitanti a forte vocazione turistica come Cison di Valmarino, naturalmente alla faccia dei Sindaci della vallata, tutti contrari, ai quali va il mio sostegno – segnala Zaia -  A Oderzo una caserma che si vuol far diventare l’ennesimo ghetto e altri ottanta arrivi, a Treviso solo gli sforzi coronati da successo della Magistratura e della polizia impediscono a uno scafista, un mercante di carne che bisognerebbe rinchiudere buttando via le chiavi, di farla franca e di mettere a frutto l’immeritato status della protezione sussidiaria ottenuto in precedenza tagliando la corda”. “Basta – incalza Zaia – questo andazzo deve finire. Le comunità locali e i loro amministratori esigono e meritano ben altro rispetto, anche da chi ritiene di poter trarre vantaggi economici intervenendo su questo strano ‘mercato turistico’ dell’affitto a 35 euro al giorno innescato da una non organizzazione alla quale tutto interessa meno che il rispetto della gente e dei Comuni”. 

In realtà manca ancora l’ufficialità, ma ottanta clandestini starebbero per essere collocati presso l’ex pizzeria “Il Borgo” proprio Cison di Valmarino. "I titolari dovrebbero vergognarsi, per sopperire alla loro incapacità imprenditoriale, stanno mettendo in pericolo un'intera comunità". Queste le parole del Coordinatore regionale di Forza Nuova Davide Visentin che prosegue - Ottanta persone sistemate in un piccolo paese come Cison, rovineranno un posto che vive di turismo. Noi siamo contrari a quest’invasione incontrollata in ogni parte della penisola, ma nello specifico il caso è ancora più grave. Il prefetto con questo gesto rovina uno dei borghi più belli d’Italia, trasformando questa meravigliosa località in un vero e proprio ghetto". Tesi confermata dal coordinatore provinciale Giacomo Sirena che aggiunge: “Anche i politici locali sembrano aver intuito i danni che questi arrivi causeranno e quindi lanciamo loro un appello. Invitiamo il primo cittadino Cristina Pin, insieme a tutti i politici e cittadini, a unirsi nella nostra battaglia, che va oltre le sigle partitiche, per far capire a questi signori che il business dell'immigrazione clandestina deve terminare e che Cison è una pietra miliare della cultura italiana e che come tale va protetta".

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