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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Morti aspettando la cassa integrazione: necrologi choc davanti all'Inps

Il gesto è stato rivendicato da CasaPound: decine di manifesti sono comparsi all'ingresso di varie sedi Inps in tutta Italia, compresa quella di Treviso: «Ritardi ingiustificabili»

Centinaia di manifesti funebri sono stati affissi dai militanti di CasaPound Italia davanti alle sedi Inps in decine di città italiane, tra cui Treviso. L'intento dei manifestanti è denunciare la morte dell’economia italiana e di migliaia di piccoli imprenditori, messi in ginocchio dalle politiche governative e “giustiziati” da disservizi, ritardi e dall’incapacità di gestire i pochi aiuti statali da parte dell’Inps.

«L’Inps - spiega in una nota alla stampa CasaPound - dovrebbe essere l’ente pubblico di maggior sostegno ai lavoratori e agli imprenditori in questo momento di profonda recessione. E invece non soltanto si è fatta trovare impreparata a fronteggiare l’emergenza ma addirittura ha aggravato una situazione già critica. Da un lato con i disservizi telematici, dall’altro con la lentezza nella lavorazione delle pratiche che non ha ancora consentito a centinaia di migliaia di cittadini di riscuotere la cassa integrazione e i vari bonus di sostegno al reddito. Non ci sono stati soltanto ritardi ingiustificabili nell’erogazione dei soldi - prosegue CasaPound - ma addirittura le imprese che hanno anticipato la cassa integrazione sono ancora in attesa della necessaria autorizzazione per compensare quanto già pagato con i contributi da versare. Insomma, l'Inps, non contenta di essere in ritardo nei pagamenti, ha addirittura messo i bastoni tra le ruote anche a coloro che, per venire incontro ai propri dipendenti, hanno messo di tasca propria quanto avrebbe dovuto corrispondere lo Stato. L'istituto di previdenza - conclude la nota di CasaPound - come qualsiasi pubblica amministrazione che si rispetti, dovrebbe essere la cinghia di trasmissione delle decisioni politiche, e invece si è contraddistinto soltanto per le sortite inopportune del suo presidente, Tridico, che ha definito 'pigri e opportunisti' gli imprenditori che, dopo il lockdown, facevano fatica a riaprire la propria attività. Per questi motivi abbiamo deciso di protestare davanti a un Istituto che per oltre cento anni ha assicurato serenità agli italiani e che, negli ultimi tempi, si sta trasformando in un baraccone indecente».  

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