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Ospedale San Giacomo: «Interventi in lista di attesa, si riapra l'Ortopedia»

Teresa Spaliviero, Segretaria del Partito Democratico di Castelfranco Veneto, punta il dito contro la direzione dell'Ulss 2 e chiede la riapertura del reparto

«Tutta la Castellana sembra avere uno straordinario numero di contagi, di ricoveri e, forse, di decessi. Lunedì sera, 30 novembre, durante il Consiglio comunale pubblico di Treviso il sindaco Conte ha detto che nella sua città ci sono 830 contagiati: quanti a Castelfranco, che si trova nel distretto più colpito della Marca?»

A chiederselo è Teresa Spaliviero, Segretaria del Partito Democratico di Castelfranco Veneto, che lancia un duro attacco ai vertici dell'azienda sanitaria trevigiana: «Al disagio di estrema diffusione della pandemia, si aggiunge quello legato alla soppressione di interi reparti del nostro ospedale e alla saturazione dei posti letto rimasti per accogliere i pazienti trasferiti da Montebelluna. Di conseguenza si registra un importante rallentamento delle cure e ricoveri non Covid dei nostri concittadini. Crediamo sia giusto che l’ospedale di Montebelluna venga alleggerito del suo grave carico, dovendosi occupare dei malati di Covid di tutto il distretto. Alcuni giorni fa la stampa locale citava la lunghissima lista al San Valentino per interventi ortopedici (circa 1500) e qualche giorno dopo, il 20 novembre, riferiva che l'Ulss 2 chiedeva allo Iov di Castelfranco di effettuare interventi ortopedici in aiuto dell’ospedale di Montebelluna. Ma sapevamo benissimo che era una presa in giro, perché lo Iov, giustamente, si occupa di pazienti oncologici e non può occuparsi di tanto altro, essendo un istituto di cura e di ricerca sottoposto al rigido monitoraggio regionale e ministeriale. Infatti tre giorni dopo la stampa riferiva che gli interventi ortopedici sarebbero stati spostati al Ca’ Foncello di Treviso, ospedale che è ugualmente in grossa difficoltà, tanto che le liste d’attesa non sembrano affatto ridursi. La soluzione proposta dall'Ulss è solo un palliativo. Come in passato, anche oggi ci sono purtroppo casi in cui, per avere le necessarie prestazioni sanitarie, le persone disperate sono costrette a ricorrere a due strumenti: o doversi umiliare mostrando pubblicamente il proprio bisogno con appelli sui social o doversi prostrare al potente di turno, scrivendo e scomodando il doge per chiedere il suo magnanimo intervento. È invece necessaria- conclude Spaliviero - la riapertura del reparto di Ortopedia a Castelfranco il prima possibile. I fatti dimostrano come la decisione di sopprimerla sia stata avventata e totalmente sbagliata».

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