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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Crocetta del Montello

Piave, Zanoni (PD): «Spreco idrico imperdonabile, ma la Regione resta a guardare»

Il consigliere regionale trevigiano: «La Regione continua a rinviare l’applicazione del deflusso ecologico. Il sistema attuale, a scorrimento, è vecchio di duecento anni, con sprechi imperdonabili»

“L’ennesimo rinvio sull’applicazione delle nuove regole riguardanti il deflusso ecologico è incomprensibile e soprattutto dannoso per il futuro del Piave. La Regione deve agire in maniera seria e responsabile per evitare la progressiva desertificazione del fiume, non bastano gli interventi dei Consorzi di bonifica”. Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico va all’attacco in merito alla deroga sulla Direttiva europea quadro sulle acque, emanata a dicembre del 2000. “Con questa norma - ricorda - il legislatore vuole garantire che i fiumi abbiano sempre una portata conforme all’andamento idrologico, tale da assicurare l’ecosistema naturale. La portata minima viene definita tramite un algoritmo, ed in base a questa vengono adottate tutte le misure necessarie al suo conseguimento. L’autorità di distretto Alpi Orientali l’ha adottata nel 2017 per definire il valore della portata di deflusso ecologico nei bacini veneti, trentini e friulani ma si continua a rinviare. Serve lanciare al più presto il Contratto di fiume del Piave, utile ad intervenire nel rispetto delle direttive comunitarie e della biodiversità del fiume, prelevando l’acqua necessaria per l’agricoltura senza gli sprechi attuali. Tutela dell’ambiente e buona economia possono viaggiare di pari passo”.

“Lo spreco idrico è il vero problema - incalza Zanoni - la Regione finanzi con risorse vere il rifacimento della rete di distribuzione dell'acqua per l’irrigazione dei campi; il sistema attuale, a scorrimento, è vecchio di duecento anni, con sprechi imperdonabili. È necessario rifare gli impianti di distribuzione con tubazioni in pressione che sostituiscano chilometri di canalette di cemento armato. Ha pienamente ragione la Federazione trevigiana del PD quando dice che  non è possibile attendere il 2029 per evitare che il Piave, anche per effetto della crisi climatica, si trasformi definitivamente in un rigagnolo. O peggio, in un’immensa cava di ghiaia”.

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