rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

La "buona scuola" in Veneto? Piccoli: "Ancora troppo caos"

Il senatore bellunese ha depositato una interrogazione tecnica di carattere urgente al Ministro Fedeli per chiedere di porre fine al “caos istituzionalizzato” della Riforma

TREVISO “A tre anni dal lancio della cosiddetta “Buona scuola” siamo ancora qui puntualmente a raccoglierne i cocci. Anche quest’anno in Veneto si rischia il caos come se non bastasse il pasticcio dei vaccini. E questo a circa una settimana dall’avvio delle lezioni”. Per questi motivi il senatore Giovanni Piccoli ha depositato una interrogazione tecnica di carattere urgente al Ministro Fedeli per chiedere di porre fine al “caos istituzionalizzato” della Riforma soprattutto in relazione alle ricadute sul territorio regionale veneto.  

“La Riforma”, spiega Piccoli, “ha realizzato un piano di assunzioni straordinario articolato in quattro fasi: 0, A, B e C. Peccato che ogni fase abbia proprie regole e ogni procedura di assegnazione propri algoritmi con l’aggravante di un sistema informatico che fa acqua da tutte le parti”. Ho denunciato più volte le gravi difficoltà che affliggono il sistema istruttivo della Regione del Veneto, ma il Governo non ha mai né risposto alle interrogazioni, né adottato alcun provvedimento volto alla risoluzione della problematica”, rimarca Piccoli, che illustra come nell’ultimo periodo alcuni docenti, vincitori nell'ambito AD01 del concorso, abbiano reso nota alla USR Regionale e all'Assessore all'Istruzione della Regione Veneto, la propria posizione di esclusione dall'immissione in ruolo visto che le graduatorie di merito non sono né pronte, né lo saranno nei tempi utili stabiliti dalla legge.

“Bisogna procedere a una celere risoluzione del problema, vista l'eccezionalità dell'evento, affinché gli aventi diritto possano essere ammessi al ruolo di insegnanti e svolgere contestualmente la propria professione”, afferma Piccoli. Da qui la richiesta di chiarimenti del senatore bellunese per cui il problema va però affrontato alla radice: “L’unico modo per farlo è regionalizzare i concorsi in modo che i fabbisogni formativi siano i più aderenti possibili alle richieste delle istituzioni scolastiche del territorio, stoppando sul nascere la processione – spesso infruttuosa e mortificante – di tanti docenti costretti a trasferte lunghissime e dolorose”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La "buona scuola" in Veneto? Piccoli: "Ancora troppo caos"

TrevisoToday è in caricamento