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Corso di laurea in medicina a Treviso, dopo il "no" del Governo scattano le polemiche

Studenti e politici uniti nel protestare contro la decisione di Roma di impugnare la leggere regionale del Veneto che avrebbe portato nel capoluogo un nuovo corso universitario

Il Governo, precisamente su specifica richiesta dei Ministeri di Economia e Salute, nelle scorse ore ha impugnato la legge della Regione Veneto che negli scorsi mesi aveva istituito il corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia a Treviso. Un progetto, quello ideato grazie anche all'Ulss 2 Marca trevigiana e all'Università degli Studi di Padova, che avrebbe portato nel capoluogo numerosi fondi e centinaia di nuovi studenti che avrebbero potuto anche aiutare l'economia della zona universitaria trevigiana. La notizia del "no" da parte di Roma ha quindi indispettito, e non poco, il Governatore Luca Zaia, il sindaco di Treviso e il Rettore dell'ateneo padovano, soprattutto in considerazione del fatto che l'impugnazione è stata motivata sulla base di un possibile scavalcamento di competenze da parte della Regione Veneto "in quanto una norma in materia sanitaria viola la competenza riservata al legislatore statale in materia di determinazione dei livelli essenziali di assistenza, ponendosi in contrasto altresì con il principio di copertura finanziaria e con i principi fondamentali in materia di tutela della salute e in materia coordinamento della finanza pubblica, in violazione degli articoli 81, 117 (secondo comma, lett. m) e  terzo comma, della Costituzione".

Il Governatore Zaia, durante il consueto punto stampa di sabato da Marghera: «Ma vi sembra normale che qualche "azzeccagarbugli" di Roma voglia improvvisamente bloccare un progetto si sanità ed istruzione sul nostro territorio? Francamente penso si tratti di un "proiettile impazzito", dove forse nemmeno la politica c'entra qualcosa. In ogni caso non me ne frega nulla di ciò che farà il Governo, noi tiriamo dritto ed invito quindi i futuri universitari a già pre-immatricolarsi per la sede di Treviso, perché il corso partirà, su questo non ci sono dubbi...e se fosse necessario andremo anche davanti alla Corte Costituzionale per far valere i nostri diritti. Si tratta infatti di un progetto di 6 milioni di euro su un fondo regionale per la sanità di 9 miliardi di euro. Non è sperpero di denaro pubblico questo, anzi. Basta vedere come questo periodo di pandemia da Coronavirus ha mostrato al mondo la necessità di avere ancora più medici di prima e, in questo senso, la formazione universitaria è primaria».

Una decisione, quella del Governo, che ha comunque subito scatenato la rivolta del web, con politici e studenti uniti nel polemizzare contro i Ministeri di Economia e Salute per aver intralciato quanto ormai già deciso in sede regionale. Il deputato trevigiano, Dimitri Coin: «Vergogna! La Regione Veneto fa bene a fare ricorso contro questa folle decisione del Governo. È evidente che qualcuno detesta il Veneto!». L'assessore allo sport del Comune di Treviso, Silvia Nizzetto: «Oramai non mi sorprendo più di nulla...Ennesimo segnale di uno Stato che non solo depaupera le nostre risorse ma boicotta ogni iniziativa volta a generare lavoro e qualità di offerta nel nostro meraviglioso ed invidiato Veneto. Ma per quanto dovremo continuare ad elemosinare e giustificarci?».

«Ancora una volta il centralismo burocratico romano gioca un brutto scherzo alle legittime aspirazioni di autogoverno dei veneti. Lo stop al progetto per la formazione dei medici che sarebbe dovuto partire presso l’Ulss di Treviso è davvero una follia: in un Paese normale sarebbe bastato organizzare una sorta di conferenza di servizi tra i diversi Ministeri competenti per risolvere la questione. E invece no. Ancora una volta, complice una politica poco autorevole, le questioni prettamente burocratiche finiscono per prevalere sugli obiettivi strategici e sulla leale collaborazione tra livelli di governo». Lo afferma Simonetta Rubinato, presidente dell’associazione Veneto Vivo commentando lo stop imposto dal Ministero per gli affari regionali.

«Non è un buon segnale per un sistema sanitario come quello veneto che ha dimostrato nell’emergenza Covid di essere ancora un modello di riferimento, né è accettabile da parte di una regione dove il popolo a gran voce ha chiesto maggiore autogoverno. L’unica soluzione per uscire dal centralismo burocratico romano è avviare quanto prima l’autonomia differenziata e il federalismo fiscale, riformando in modo radicale la pubblica amministrazione della Repubblica semplificandola e organizzandola secondo responsabilità su obiettivi e risultati concreti. Ma dopo due anni e mezzo dal referendum sull’autonomia pare chiaro che i leader delle forze politiche nazionali non hanno alcun interesse a farlo e per questo sia necessario costruire un nuovo progetto politico che parta dal basso» chiosa Rubinato.

«Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha deciso di impugnare la legge regionale del Veneto recante l’attivazione, da parte dell'Università degli Studi di Padova, del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia a Treviso - dichiara il consigliere comunale Davide Acampora - È una vergogna che qualcuno da Roma, sprezzante del lavoro che si fa nel Veneto, cerchi di minare continuamente qualsiasi proposta portata avanti dal Governatore e dai sindaci di centro-destra. PD e Movimento 5 Stelle se ne fregano di chi cerca di creare opportunità per i rispettivi territori, d'altronde loro sono per l'assistenzialismo e il poltronismo!».

Così, invece, il consigliere comunale, Davide Visentin: «Due mesi fa la Regione ed il sindaco Conte annunciavano la prossima introduzione del corso universitario di Medicina e Chirurgia nel capoluogo della Marca, grazie alla sinergia tra Ulss 2 ed Università di Padova, tuttavia il Governo ha deciso pretestuosamente di impugnare la Legge regionale 14/04/2020 che riguarda l’istituzione del corso. Insieme al sindaco stiamo lavorando per una città a misura di studente e la facoltà di medicina stabilmente in città avrebbe permesso a Treviso di diventare un importante polo universitario. L’azione del Governo prova a tagliarci fuori e così facendo arrecherebbe un danno a tutti i cittadini sul piano economico, sanitario e culturale. Il Governatore Zaia ha già dichiarato che l’Ente ricorrerà contro la decisione del Governo, mi auguro che la cosa si possa risolvere in tempi brevi e nel migliore dei modi, altrimenti sarebbe l'ennesimo colpo basso del Governo al Veneto e a Treviso. Ho già avvisato il nostro deputato Luca De Carlo: noi di Fratelli d'Italia faremo le barricate a Treviso come a Roma».

Roberta Panzarin, assessore a Casier: «Stanno cadendo sempre più in basso, oramai non sorprende più nulla ma avanti tutta, ce la faremo!». Così, poi, il consigliere comunale di Preganziol, Simonetta Trabucco: «E niente. Niente facoltà di Medicina a Treviso. Un progetto pronto a vedere la luce in sinergia con l'Università di Padova è stato rigettato dal governo. Questo governo incompetente e miope non sa vedere oltre. Manca di visione,di capacità di programmazione e in questo caso lo ha dimostrato per l'ennesima volta. Oltre ad aver dimostrato, se ce ne fosse bisogno, una strisciante antipatia ed una avversione per il Veneto che ormai non riesce più a nascondere».

Jenny Vecchiato, ex rappresentante degli studenti per la facoltà di Giurisprudenza a Treviso: «Ho studiato Giurisprudenza presso la sede di Treviso dell’Università degli Studi di Padova e sono stata Rappresentante degli Studenti nel Consiglio di Corso di Laurea della mia facoltà. Negli anni di rappresentanza, punto nevralgico della mia attività è sempre stato tutelare e garantire un futuro alla sede trevigiana, di cui annualmente si prospettava la chiusura, fermamente convinta che ciò fosse importante per gli studenti ma soprattutto fonte di ricchezza per la città stessa. E la decisione di aprire nella città di Treviso anche una sede di Medicina e Chirurgia rappresenta un ulteriore passo importante in quest’ottica. Per queste ragioni sono estremamente amareggiata dalla decisione del Governo di opporsi a questa grande opportunità culturale ed economica per il nostro territorio».

Infine, questo il commento di "Gli studenti di UniMed - Uniti per Medicina" di Padova: «Apprendiamo che il Governo ha, durante la mattina di venerdì, impugnato la legge regionale che istituisce il corso di laurea magistrale a ciclo unico di Treviso previsto in partenza per il prossimo anno accademico. La Regione ha già annunciato il ricorso verso tale decisione. Ricordiamo che questo percorso nasce come corso “a parte” rispetto a quello di Padova, con una scelta diversa in sede di pre-immatricolazione e che non paiono esserci comunque problemi per gli studenti attualmente previsti per il quarto anno e successivi».

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