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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

In Cassazione ddl sul reddito di maternità del Popolo della Famiglia: «Contro la morte dell'Italia»

Dalla settimana prossima anche sul territorio la raccolta delle firme per la presentazione della legge di iniziativa popolare al Parlamento. Damiano: «Proposte vere per l'Italia». Callarelli: «Così si risolve il problema demografico»

Anche il Popolo della Famiglia della provincia di Treviso ha fatto parte della delegazione che ha presentato il 9 novembre, presso la Corte di Cassazione a Roma, ai sensi dell’articolo 71 della Costituzione, la proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito di maternità.

Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale

Già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ora il movimento avrà 180 giorni per raccogliere le cinquantamila firme necessarie per la presentazione del testo alle Camere. Il Popolo della Famiglia di Treviso, Conegliano e di tutta la provincia si è immediatamente mobilitato per la raccolta di firme sul territorio.

Il testo della proposta di legge

Questo il testo della proposta di legge: Istituzione dell’indennità di maternità per madri lavoratrici nell’esclusivo ambito familiare Articolo 1. Si istituisce l’indennità di maternità per madri lavoratrici nell’esclusivo ambito familiare. Tale indennità, pari a dodicimila euro annui netti privi di carichi fiscali o previdenziali, è riconosciuta su richiesta da avanzare presso il Comune di residenza, alle donne madri cittadine italiane. La richiesta dell’indennità di maternità può essere avanzata dalle aventi diritto entro quindici giorni dalla nascita di un figlio (o figlia) o dalla sentenza di adozione che riconosce una maternità adottiva. Per ogni bambino può essere prodotta unicamente una domanda da una sola donna. Tale donna otterrà l’indennità di maternità per i primi otto anni di vita del figlio in assenza di altri redditi o impegni lavorativi, scegliendo dunque di dedicarsi in via esclusiva alla condizione di madre lavoratrice nell’ambito familiare con particolare riguardo alla cura dei figli. In caso di assunzione di impegni lavorativi esterni alla cura familiare, l’indennità di maternità si interrompe. La durata di otto anni riparte alla nascita di ogni figlio. Alla nascita del quarto figlio l’indennità riconosciuta alla madre diventa vitalizia. L’indennità è vitalizia anche in caso di nascita di figlio disabile, sempre in occorrenza del pre-requisito della attività esclusiva di lavoro di cura familiare scelto dalla donna madre. Per l’indennità di maternità sono stanziati 3 miliardi annui dal fondo della presidenza del Consiglio per la famiglia e le pari opportunità nel triennio 2020-2022.

Le reazioni sul territorio

Lorenzo Damiano in una nota ha espresso "soddisfazione" parlando di «proposte vere per l'Italia e il bene degli italiani che incentivano le famiglie a fare figli, senza essere condizionate dalla paura di perdere il lavoro o di non riuscire a gestire una nuova nascita. Una proposta di vita in una società contaminata da idee di morte». Gloria Callarelli a sua volta ha precisato: «E' una proposta che risponde in modo concreto ad un bisogno inevitabile per l'Italia: l'aumento demografico. Le "risorse" possono benissimo essere "nostre" se solo volessimo veramente risolvere il problema nel nostro Paese. Molte lobby sono convinte invece che la sovrappopolazione sia un male: noi invece ci batteremo ovunque per non far scomparire il nostro amato popolo italiano. Basta una firma per salvarlo».

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