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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Preganziol / Strada Terraglio

Rider travolto, l'automobilista ai medici: «Ho bevuto». La polstrada attende l'esito dei test

Il tragico incidente mortale di Roman Emiliano Zapata, 48enne di origini argentine morto domenica scorsa sul Terraglio, arriva anche in consiglio regionale. Erika Baldin (Movimento Cinque Stelle): «Rider e studenti, di precariato si muore. Salario minimo, controlli in azienda e stop stage gratuiti»

Trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso, sotto choc e ferito, dopo lo schianto di domenica scorsa sul Terraglio che è costato la vita a vita al rider 48enne, Roman Emiliano Zapata, ha raccontato ai medici di aver bevuto. La rivelazione, riportata dall'edizione odierna del Gazzettino di Treviso, è dell'automobilista 53enne di Preganziol, Luca Chin. Manca però un riscontro oggettivo: la polizia stradale di Treviso attende infatti di ricevere l'esito delle analisi del sangue che sgombereranno il campo dai dubbi residui ed entreranno a far parte del fascicolo d'inchiesta aperto a suo carico da parte della Procura di Treviso.

L'alterazione da alcol darebbe una chiave di lettura alla dinamica di un incidente che sarebbe altrimenti inspiegabile: il rider, in sella al suo Kimko, si trovava a bordo strada, lungo il Terraglio a Frescada, in un tratto rettilineo, quando su di lui è piombato il Nissan Qasqai del 53enne. Chin è molto conosciuto proprio al Ca' Foncello per essere il gestore del bar dell'ospedale.

Roman Emiliano Zapata viveva in Italia da circa nove mesi (la residenza ufficiale era ancora a Roma, prima tappa di approdo) e lavorava come rider per il servizio di delivery Foodracers. In patria il 48enne aveva avviato una brillante carriera nel settore musicale e discografico. Lascia una compagna (in dolce attesa e all'ottavo mese) con cui viveva a Treviso, in via Gorizia, e un bimbo di tre anni: attorno a lei in questi giorni si sono stretti amici e parenti.

Baldin (M5S): «Rider e studenti, di precariato si muore»

«Basta morti sul lavoro, fermiamo la strage in Veneto». Questo l'appello della capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Erika Baldin, che esprime «dolore per le morti del rider di 48 anni nel Trevigiano e dello studente veneziano in alternanza scuola-lavoro» e si stringe ai familiari delle vittime e ai loro colleghi. «Per noi del MoVimento 5 Stelle il lavoro significa dignità, non morte. Basta precariato, ai rider vanno riconosciute le tutele previste dai contratti nazionali, oltre al salario minimo legale», dichiara Baldin. «Per i giovani bisogna costruire veri tirocini, all'interno di luoghi di lavoro sicuri: stop agli stage gratuiti, e l'alternanza scuola-lavoro va completamente rivista. La priorità va data alla formazione», aggiunge la consigliera regionale.

«I due incidenti, avvenuti nell'arco di 48 ore nella nostra regione, si aggiungono a una lunga scia di lutti: nei primi sette mesi del 2022 in Veneto si sono verificati 60 infortuni mortali sul lavoro, uno ogni tre giorni. Il dato è in aumento rispetto all'anno scorso e in controtendenza rispetto al trend nazionale: c'è un caso Veneto ed è compito della Regione affrontarlo al più presto, partendo dagli strumenti che già esistono ma vanno applicati. In primis il Patto regionale per la sicurezza sul lavoro, sottoscritto da sindacati e imprese, che impegna la Regione a potenziare gli organici Spisal per aumentare controlli e prevenzione», ricorda Baldin, che recentemente ha depositato un'interrogazione alla Giunta regionale chiedendo «a che punto siamo con le azioni previste dal Piano».

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