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Caos nutrie sul territorio: dalla Regione arriva lo stop alla proliferazione incontrollata

"Tecnici al lavoro per individuare e coordinare soluzioni migliori". Si parte con la caccia controllata, mangimi antifecondativi, sostanze chimiche e trappole

“Le nutrie che proliferano senza controllo rappresentano una minaccia costante per gli argini, gli scoli, le colture e persino gli esseri umani. La Regione Veneto è al lavoro su più fronti per mettere a punto soluzioni integrate per il contenimento e l’eradicazione di una specie che costituisce ormai una emergenza ambientale e sanitaria”. Lo assicura l’assessore regionale all’Agricoltura in risposta alle numerose sollecitazioni che provengono da amministratori locali, associazioni di categoria, imprenditori e cittadini. “La nutria,  in base alla recenti modifiche legislative a livello nazionale, non è una specie protetta, anzi è stata qualificata come specie nociva, sottoponibile quindi a piani di controllo a fini di eradicazione”, precisa l’assessore.  

In queste settimane  - informa l’esponente della giunta regionale - i tecnici del Dipartimento agricoltura e caccia della Regione sono al lavoro, in collegamento con gli esperti dell’Ispra, i tecnici dei ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura nonché con i tecnici delle Province, per predisporre un piano regionale di controllo che consenta, in sintonìa con la normativa vigente, l’uso di strumenti di controllo come trappole, sostanze chimiche, mangimi antifecondativi, sino all’abbattimento affidato a personale qualificato e selezionato, pubblico e privato. Nel contempo è all’esame del Consiglio regionale la proposta di legge n. 123, di cui è primo firmatario il collega Gianpiero Possamai, che pianifica un programma di contrasto a questi roditori. “Forse lo strumento amministrativo – mette in luce l’assessore - risulta più agile e flessibile rispetto a quello legislativo, ma in ogni caso la Regione non intende sottrarsi al proprio ruolo di programmazione e di coordinamento dei possibili interventi, da pianificare e finanziare in modo integrato, con il coinvolgimento attivo delle Province, dei Comuni, dei Consorzi di bonifica, delle Autorità di bacino e dello stesso mondo venatorio, al fine di consentire il più ampio contenimento possibile di questo roditore che tanti danni sta causando al territorio veneto”.

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