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Prosecco, guerra tra doc e docg sul termine "superiore": «Sacrilegio cancellare le differenze»

Lo sdegno del consigliere regionale Tommaso Razzolini, del gruppo consiliare Fratelli d’Italia. Intanto il presidente della denominazione di pianura, Stefano Zanette, annuncia che di non voler rilasciare dichiarazioni

«Come già espresso in riferimento all’ipotesi di unificazione tra i Consorzi Doc e Docg, al di là di ogni legittima opinione emersa nel dibattito in corso, è importante ribadire quanto l’identità del vino Prosecco sia indissolubilmente legata al territorio collinare compreso tra Valdobbiadene e Conegliano, che già oggi quale denominazione di origine controllata e garantita rappresenta il vertice della piramide qualitativa per le sue ineguagliabili caratteristiche determinate dal suolo e dal microclima di collina». A parlare è il consigliere regionale Tommaso Razzolini del gruppo consiliare Fratelli d’Italia che interviene sulla discussione inerente le proposte di accordo per il nuovo Codice ministeriale di autoregolamentazione tra i 3 Consorzi del Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Docg.

«Per questo motivo, se quanto emerso negli ultimi giorni fosse confermato -continua Razzolini- non è accettabile che il Consorzio Doc chieda alla Docg di togliere termine ‘Superiore’ al Prosecco della denominazione delle colline di Conegliano Valdobbiadene. Una parola che sottolinea la valenza dell’area storica di produzione dove il fenomeno Prosecco è nato, cresciuto e diventato grande nel mondo grazie alla didattica e alla formazione della scuola enologica di Conegliano da una parte e al lavoro instancabile di tutti quei viticoltori ed enotecnici di collina capaci di far rinascere un territorio a partire dal secondo dopo guerra. Ciò non significa fare dei distinguo tra migliori e peggiori, superiori e inferiori, ma riconoscere come la viticoltura di collina sia diametralmente opposta a quella di altre zone che nulla hanno a che fare con essa per storicità, paesaggio, tradizione, lavorazioni e caratteristiche. Un aspetto che spesso meriterebbe più rispetto».

«Mi auguro che certe indiscrezioni -chiude il consigliere regionale- sul disegno del nuovo Codice di autoregolamentazione tra i 3 Consorzi siano il frutto di una mal interpretazione di alcune dichiarazioni riportare dalla stampa. E che si possa dialogare al più presto per una soluzione condivisa a favore del vino italiano più esportato al mondo, tutelando la piramide qualitativa che indica delle differenze di valore sulla base delle oggettive caratteristiche del suolo dell’area storica collinare di produzione quale punta di diamante dell’intero sistema Prosecco. Cancellarle sarebbe un sacrilegio. E se perdiamo il valore della differenza dei vigneti di collina, a farne le spese sarà l'intero sistema Prosecco. Appiattendo la piramide qualitativa perdiamo tutti».

La nota del consorzio della Doc: per ora bocche cucite

Il presidente del Consorzio di tutela del Prosecco DOC, Stefano Zanette, fa sapere che al momento non intende rilasciare alcuna dichiarazione a commento delle più recenti vicende relative al Prosecco.  Eventuali dichiarazioni da parte dei membri del Consiglio di Amministrazione saranno da ritenersi opinioni individuali. 

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