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Protesta di oltre 50 commercianti a Maser: «Adesso basta! Vogliamo lavorare»

Il sindaco: «I 600 oppure 800 euro sono solo una vergognosa elemosina, sono invece necessari aiuti concreti. Il Governo dia liquidità a fondo perduto per tutelare il lavoro»

“Adesso basta! Vogliamo lavorare”. Oltre cinquanta esercenti del comune di Maser hanno partecipato al flash mob nell’area esterna del Palamaser, consegnando poi le chiavi della propria attività al sindaco Claudia Benedos, presente con la bandiera del Veneto. Commercianti, ristoratori, baristi, parrucchiere, estetiste, gestori di palestre, venditori ambulanti, si sono riuniti con le mascherine, mostrando i cartelli per chiedere di anticipare la riapertura dopo due mesi di stop e incassi azzerati. «Una protesta pacifica e simbolica che ho approvato e sostenuto», dichiara il sindaco Benedos. «I 600 oppure 800 euro sono solo una vergognosa elemosina, sono invece necessari aiuti concreti. Il Governo dia liquidità a fondo perduto per tutelare il lavoro e indicazioni chiare, consentendo agli esercenti di riorganizzare le attività per entrare nella fase 2 con nuova energia. Ricordo che certe attività, come il commercio al dettaglio, erano già in crisi prima della pandemia. Oggi c’è una tale esasperazione che sussiste il rischio reale di passare dalla protesta alla rivolta». Il primo cittadino lancia un appello: «Come affermato dall’avv. Massimo Malvestio il blocco settoriale differenziato delle attività produttive senza indennizzo disposto dal governo Conte è anticostituzionale. È una disparità di trattamento irragionevole che crea attività di serie A e altre di serie B. Le associazioni di categoria possono citare davanti ai giudici civili il governo impugnando i decreti sui diversi settori commerciali e produttivi che limitano in tutto o in parte la normale attività».

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