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Salvini sorridente davanti alla diga di Vaia sul manifesto elettorale: Sernagiotto sbotta

L'europarlamentare trevigiano: "Il limite tra provocazione e cattivo gusto è stato superato. Chiedo a Salvini e a Zaia di prendere le distanze dal volantino che gira in Veneto"

“Disgustoso. Il limite tra provocazione e cattivo gusto è stato superato. Chiedo a Salvini e a Zaia di prendere le distanze dal volantino della campagna elettorale che in queste ore gira a Belluno e in Veneto”. A dirlo è l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Remo Sernagiotto dopo aver visto l’immagine e lo slogan scelti da una candidata della Lega per la propria campagna elettorale. “Si vedono la candidata e Salvini sorridenti e in posa elettorale, sullo sfondo la distruzione di Vaia (BL) e lo slogan 'Scateniamo la tempesta in Europa'. Inizialmente ho pensato a uno dei tanti fotomontaggi demenziali che si vedono on line, poi ho capito che era ed è l’amara realtà. Alberi abbattuti e sorrisi, non c’è più rispetto”.

“Non voglio fare la morale a nessuno, vorrei piuttosto occuparmi di contenuti e programmi. Poche settimane fa in Europa, per esempio, ho chiesto a che punto è la procedura per l’attivazione del Fondo Europeo di solidarietà e se il Governo italiano ha fatto tutti i passaggi del caso. Parliamo di questo, confrontiamoci con rispetto: Vaia è una ferita ancora aperta e non merita di essere banalizzata a fini propagandistici”, prosegue Sernagiotto. “Le popolazioni colpite da Vaia meritano rispetto e serietà. Per questo mi auguro che Salvini – che spero non abbia visto il manifesto – e lo stesso Zaia – come presidente del Veneto e commissario straordinario – prendano le distanze e facciano una bella lavata di capo ai responsabili altrimenti fra un po’ vedremo candidati anche davanti alla diga del Vajont, belli, sorridenti e senza pensieri. Né memoria”, la conclusione di Sernagiotto.

Sul punto è intervenuto anche Gigi Calesso da Treviso: "E' perfino incommentabile la scelta della candidata leghista al Parlamento Europeo Ilaria Rento che usa come sfondo del suo manifesto elettorale e come immagine di copertina del suo profilo Facebook la foto dell'invaso della diga del Comelico pieno di tronchi spezzati dall’uragano dello scorso inverno! Conseguente lo slogan: 'Scateniamo la tempesta a Bruxelles!'. E' quindi inconcepibile che si possa utilizzare per una campagna elettorale la foto di quella che è stata una vera e propria tragedia per il territorio e che si giochi sulle parole di quella tragedia per costruire uno slogan. Spero che gli elettori bellunesi e veneti ne tengano conto quando voteranno il 26 maggio!".

L'europarlamentare del Pd, Laura Puppato, ha invece dichiarato quanto segue: “Che i leghisti disprezzassero le persone mi era molto chiaro, che infarcissero il suo linguaggio di nemici presunti da dileggiare anche, perché è evidente che il leghiamo è un'ideologia priva di rispetto per l’umanità in quanto tale, ma che potessero disprezzare il più bel territorio del mondo, colpito mortalmente dall’uragano anomalo forza 4, di Novembre 2018 non lo concepivo possibile. Devo purtroppo constatare, invece, che al peggio non c’è mai fine - continua Puppato - Dentro il cuore e la mente di questi signori, ora mi è chiaro, c’è spazio solo per la brutalità.  La brutalità è il loro ideale, nato dalla violenza verbale, fisica del linguaggio e delle immagini usate quotidianamente da Matteo Salvini".

"Per Salvini questa brutalità è come il cacio sui maccheroni, come un pesce nell’acqua, è la sua placenta, ci vive bene...e noi che continuiamo a stupirci o ad irritarci per la sua foto ghignante su torretta e filo spinato, siamo colpiti al cuore; per le sue foto dai balconi o in compagnia di figuri col braccio alzato lugubri e tenebrosi, siamo spaventati...forse ora capiremo. È normale che qualche seguace si faccia prendere la mano e ci tocca vedere lei e Savini sorridenti davanti al disastro prodotto dall’uragano sui boschi falciati nel Cadore, come ideale di qualcosa che s’ha da ripetere in politica, in Europa..., forse ora si è superato il limite, ne avremo abbastanza e diremo basta! Basta violenza, signor Ministro. Lei appartiene ad un mondo che non vogliamo, che non ci piace. Ci restituisca la nostra serenità, la nostra gioia di vivere, un mondo fraterno, signor Salvini, senza quei drammi cui ci sta abituando e per cui si crogiola come dentro un pantano" conclude la Puppato.

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