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Scuole aperte ma ristoranti e bar chiusi: scatta la polemica di Casartigiani

D’Aliberti, Direttore Artigianato Trevigiano: «Occorre da subito aprire con regole certe: come il numero limitato delle presenze nei locali, la distanza tra i tavoli e l’obbligo della prenotazione»

«Gli eventi degli ultimi giorni con le manifestazioni di piazza, deprecabili per lo sviluppo che hanno avuto, sono indice di un continuo e maggiore disagio da parte delle categorie che dopo un anno di pandemia e di continue variazioni  nelle possibili aperture sono arrivate ad un limite non più sopportabile - dichiara Salvatore D’Aliberti, Direttore Artigianato Trevigiano - Casartigiani - Chi è sceso in piazza va compreso, ma non giustificato. Le priorità non sono le scuole: i messaggi inviati dai genitori che hanno manifestato per le riaperture, ottenendole, hanno fatto da detonatore anche per chi ieri ha manifestato. Il messaggio che è arrivato però è che chi protesta maggiormente, qualcosa ottiene. Prima è accaduto con i genitori, ieri con alcune categorie di partite Iva. Domani a chi toccherà?».

«In Italia è diventato necessario scendere in piazza per ottenere un minimo di attenzione? Io credo che invece suggerimenti delle rappresentanze delle categorie vadano recepiti. Tutti noi siamo preoccupati da questa pandemia e dalle centinaia di morti che giornalmente vediamo. Inoltre da oggi cominciamo a preoccuparci del milione di posti di lavoro persi, e da domani dalle migliaia di aziende che chiuderanno. L’apertura delle scuole è stato un errore, capisco la riapertura degli  asili e delle scuole primarie, là dove gli studenti vengono accompagnati dai genitori o raggiungono il plesso scolastico autonomamente e rientrano poi nell’ambito familiare - continua D'Aliberti - Vanno invece sospese tutte quelle scuole in cui si è obbligati a utilizzare i mezzi pubblici e dove c’è maggiore rischio di frequentazione tra i giovani, portatori a loro volta presso i propri nuclei familiari del virus. Occorre da subito aprire con regole certe: come il numero limitato delle presenze nei locali, la distanza tra i tavoli, l’obbligo della prenotazione, ed altri accorgimenti possibili. Bar, pasticcerie e ristoranti vanno riaperti, sono ormai al limite della sopportazione». 

«L’urgenza dell’aumento delle dosi  vaccinali si scontra con la realtà quotidiana fatta di rinvii e di tempi non rispettati nelle consegne, di un’organizzazione incerta della campagna, e in alcuni casi addirittura contraddittoria. Se l’ambizione era di arrivare ad una parziale normalizzazione entro l’estate, oggi non è più possibile crederlo.Anche per questo è indispensabile la riapertura delle attività, con tutte le norme necessarie a tutelare lavoratori, titolari e clienti. I ristori sono importanti, ma la dignità del lavoro è impagabile» conclude D'Aliberti.

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