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Silvia Benedetti: "Prima il fotovoltaico su tetti e terreni industriali e poi su quelli agricoli"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

“Bisogna assolutamente riprendere le installazioni del fotovoltaico, ma non dobbiamo cadere nella trappola di consumare ettari di suolo agricolo che può essere riattivato per la produzione alimentare.” Questa l’affermazione di Silvia Benedetti (ManifestA), che così argomenta: “La bozza del DL Energia impone sì dei limiti agli impianti fotovoltaici sui terreni agricoli, ma solo per chi vuole usufruire degli incentivi statali. Chi non volesse usufruirne può ammortizzare i costi dell’impianto semplicemente aumentando la superficie agricola su cui installare i pannelli a terra. Il rischio di perdere ulteriore suolo agricolo perciò resta e non possiamo permettercelo. Ricordo che l’Italia, specialmente al Nord, attraversa una grave fase di siccità culminata negli incendi dei giorni scorsi e che acuisce il fenomeno cuneo salino. Se a ciò aggiungiamo la necessità di maggiore superficie coltivata per aumentare la produzione interna a causa della guerra in Ucraina appare evidente che non ci si possa permettere di sterilizzare con leggerezza ettari su ettari di suolo agricolo produttivo, tanto meno in Veneto, dove il 40% del suolo è già stato cementificato grazie alle poco lungimiranti politiche regionali. Per questo ho presentato due emendamenti al decreto energia: il primo limita la superficie utilizzabile per il fotovoltaico a terra nella misura del 10% della superficie agricola aziendale. Il secondo emendamento dà priorità all’utilizzo di terreni già “rovinati” per i pannelli fotovoltaici, come le aree industriali dismesse. Quello dell’energia è un fabbisogno importante e che dobbiamo cercare di soddisfare in misura sempre maggiore attraverso fonti rinnovabili e non inquinanti, ma questa esigenza va bilanciata anche con altre. Con la drastica riduzione dei cereali importati nelle ultime settimane ci siamo accorti di quanto sia fondamentale avere a disposizione terreni adatta all’agricoltura: se non abbiamo di che sfamare noi e gli animali degli allevamenti, a che serve avere energia?” termina Benedetti.

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