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Politica Sant'Angelo / Viale dei Cacciatori

Sottopasso di Viale Cacciatori: «Il sindaco intervenga prima che sia troppo tardi»

Mercoledì 22 dicembre la riunione della Conferenza dei servizi in Regione per l'approvazione definitiva del progetto. Il commento di Treviso Civica: «Il progetto dev'essere migliorato»

Mercoledì 22 dicembre la Regione Veneto e il Comune di Treviso decideranno se il progetto del sottopasso di viale Cacciatori potrà essere modificato per permettere un passaggio agevole e sicuro a pedoni e ciclisti, oltre ad altri miglioramenti richiesti dall'amministrazione comunale.

«La partita è grossa e impegnativa - commentano Maria Buoso e Franco Rosi di "Treviso Civica" - 17 milioni sono una cifra enorme che dev’essere spesa per favorire la mobilità e la vita dei cittadini, non per creare ostacoli privilegiando il traffico automobilistico. Oggi transitano per il passaggio a livello circa 500 tra ciclisti e pedoni, in media, ogni giorno. Se non cambia il progetto, cicli pedoni monopattini passeggini e tutti coloro che si muovono senza inquinare saranno costretti a infilarsi in un tunnel in curva, con le auto: tutti insieme in una pista promiscua a percorrere centinaia di metri tra discesa e risalita, sbucare a metà di viale Orleans e ritornare indietro per riattraversarlo e riprendere viale Cacciatori. Tutto quello che oggi si percorre in poche decine di metri, passeggiando e pedalando all’aria aperta. Certo, con le attese del passaggio a livello che va eliminato per tanti motivi, non c’è dubbio, ma le cose si possono fare bene o male, a seconda se si tiene conto degli interessi dei cittadini o no. Il progetto attuale invece li scoraggerà, con i suoi 3-400 metri di salita e discesa in un tunnel. Una soluzione diversa è già stata proposta; si facciano tutte le valutazioni tecniche necessarie, ma la priorità del Comune di Treviso dev’essere quello di costruire una città abitabile e percorribile dalle persone, non solo dalle auto. Il passaggio a livello dev’essere chiuso per realizzare questo, non altro. Un progetto ‘faraonico’, come è stato definito, per impatto, durata (lavori previsti per 18 mesi ma saranno certamente di più, viste le difficoltà dell’area, tra Sile, ferrovia, strade, abitazioni) e costi sta passando sopra la testa dei cittadini senza informarli né coinvolgerli. Cosa succederà nell’anno e mezzo (se non sarà almeno il doppio) in cui tra Sant'Angelo e il centro le uniche vie d’accesso saranno via Benzi, stretta come tutte le strade circostanti, e il cavalcavia della stazione? L'amministrazione si rende conto del disastro in cui si troverà il quartiere? Come pensa di tutelare la vita e la mobilità delle persone? Quattro giorni di lavori al passaggio a livello, un mese e mezzo fa, sono bastati per bloccare tutto il quartiere, imbottigliato e affumicato dal traffico: cosa succederà per un paio d’anni, almeno? E non parliamo solo dei 5mila cittadini di Sant'Angelo, ma anche di Canizzano e di tutto il quadrante sud-ovest. Più il traffico da fuori città, dall’aeroporto e via dicendo. Non c’è dubbio che ogni opera ha il suo prezzo da pagare, da parte di tutti, ma almeno che il progetto sia il migliore possibile, quello che dà la priorità e salvaguarda la tanto sbandierata mobilità green e le fasce deboli, quelle che salvano tutta la città dal traffico e dall’inquinamento.

Il sindaco dichiara: “Puntiamo molto sugli investimenti per le piste ciclabili agevolando i collegamenti tra quartiere e quartiere e poi con la città”: bene, il sottopasso di viale Cacciatori è il banco di prova. Dopo la lettera di dieci giorni fa rimasta senza risposta, chiediamo al primo cittadino di intervenire con tutto il suo peso politico e di relazioni di partito perché nella Conferenza di Servizi decisoria la Regione accolga le richieste dell’amministrazione: l’attuale progetto non va approvato senza i miglioramenti proposti, in particolare una pista ciclopedonale che consenta un passaggio diretto, agevole e sicuro. Il sindaco garantisca alla città che il dialogo tra Amministrazioni, specie se in sintonia politica, serve a trovare le soluzioni migliori per i cittadini. Altrimenti, ancora una volta, una montagna di denaro pubblico verrà utilizzata per soluzioni inefficaci, quando non dannose, come ci insegnano esempi vicini come il sottopasso di via Sarpi e il park Miani» concludono Rosi e Buoso.

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