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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Spending review, tutt’altro che salva la provincia di Treviso

Entro fine luglio arriverà da Roma l'ufficialità dei requisiti minimi per la sopravvivenza delle Province. Il Sant'Artemio, che pensava di essere salvo, torna a tremare perché ne possiede due su tre

Al Sant’Artemio avevano già tirato un sospiro di sollievo, convinti di avere tutte le carte in regola per sopravvivere alla mannaia del Governo Monti. E invece il presidente Leonardo Muraro, i suoi otto assessori, i 28 consiglieri e circa 600 dipendenti dovranno restare sulle spine ancora un paio di settimane.

I requisiti per la salvezza, diversamente da quanto previsto in un primo momento, sembrano essere diventati condizione imprescindibile per la cancellazione o meno degli enti provinciali. E Treviso ne possiede due su tre.

Con i suoi oltre 800mila abitanti per 95 Comuni, la Marca supera lo scoglio della popolazione minima, fissata dal Governo a 350mila, e del numero di Comuni (50). Ma territorialmente non è grande abbastanza. Conditio sine qua non per sopravvivere alle misure di spending review di Roma è avere una superficie superiore a tremila chilometri quadri e Treviso si ferma a 2.477.

Se i paletti venissero confermati, in Veneto sopravvivrebbero solo Verona e Venezia, questa solo in quanto capoluogo e destinata a divenire città metropolitana.

Una doccia fredda per Muraro, che ritiene la manovra del Governo “una follia”. E bacchetta anche il governatore Luca Zaia, che a suo dire, pur essendo stato presidente proprio della provincia di Treviso, non si starebbe adoperando per salvarla.

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