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Comunali 2023, De Nardi: «Lo stadio Tenni non è più adatto per Treviso»

Il candidato sindaco del centrosinistra elogia le parole del Ministro dello Sport: «Smentiscono il sindaco Conte e confermano che il Tenni è un'opera da ripensare, va trasformato in un polmone verde»

«Sulla questione stadi è finito il tempo delle scuse, siamo a un punto di non ritorno. Sono anni che sento dire le stesse cose, che si organizzano eventi, ma poi non si arriva mai ad una conclusione». Queste le parole che, martedì scorso, il Ministro dello Sport del Governo Meloni, Andrea Abodi ha pronunciato ad un incontro urgente sul tema stadi in Italia.

Nel corso di quel meeting, determinato dalla volontà del nostro Paese di candidarsi ad ospitare gli Europei 2032, è emersa una drammatica fotografia degli stadi di calcio italiani che, a differenza di altri Paesi, sono vetusti, in luoghi impropri delle città e sopratutto non sono occasioni di sviluppo e frequentazione sette giorni su sette. «Sono molto soddisfatto delle parole del Ministro - commenta il candidato sindaco per Treviso, Giorgio De Nardi - perché vanno esattamente nella direzione che io immagino per la nostra città. Il glorioso stadio Tenni, purtroppo, non è più adeguato, non produce indotto ed è collocato nel centro cittadino con tutti i limiti e le difficoltà del caso. Il mio sogno per Treviso è quello di riqualificare quell’area con la creazione di un grande parco urbano attrezzato eventualmente costruendo, contemporaneamente, a Monigo un nuovo stadio, nei pressi degli impianti da rugby, per dare una casa nuova al Calcio Treviso, ma anche per creare un polo di moderna concezione, sostenibile, capace di innescare un volano virtuoso di opportunità, anche economiche per riportare la nostra squadra al rango e alle categorie che merita. Dobbiamo guardare - conclude De Nardi - all’Europa, proprio come ci dice il Ministro dove gli stadi sono dei luoghi per le famiglie con servizi, attrazioni, occasioni per il tempo libero capaci di renderli centrali nella vita della città sette giorni su sette. Capisco che il cuore non vorrebbe lasciare il Tenni, e da ex calciatore e da tifoso sono molto dispiaciuto per certe speculazioni, ma se vogliamo tornare grandi e contemporaneamente regalare alla città un fondamentale polmone verde, dobbiamo avere il coraggio di seguire la ragione».

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