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Impugnazione dello Statuto Veneto: Governo fa marcia indietro

La notizia è arrivata dopo l'incontro tra Luca Zaia e il Premier Mario Monti. Il Governo non andrà avanti con il contenzioso riguardante l'articolo 30 dello Statuto Veneto

Si è concluso positivamente l’incontro tra il Presidente del Consiglio Mario Monti e il governatore del Veneto Luca Zaia: il Consiglio dei Ministri del 14 febbraio "prenderà atto degli impegni assunti" dalla Regione e "non si darà corso al contenzioso".

Il confronto fra Monti e Zaia e la delibera votata ieri dalla giunta Regionale spianano così la strada al documento, frutto di un confronto politico che ha attraversato più legislature.

Nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi viene messo in evidenza che “con la norma dell'articolo 30, quarto comma, rubricata 'Autonomia finanziaria'', la Regione "non viola i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario e non intende procedere ad alcuna elusione di tali vincoli, e in particolare di quelli relativi al rispetto del patto di stabilità interno e dei limiti di indebitamento".

“Tale norma – continua la nota del Governo – verrà cambiata in occasione della prima revisione utile dello Statuto, in senso conferme all'interpretazione indicata nella delibera oggi notificata".

Ne è seguita la decisione di non procedere con l'impugnazione, che tuttavia resta per la legge elettorale, nello specifico "per la parte in cui determina il numero dei consiglieri eleggibili con l'indicazione che il numero vale solo 'per la prima volta'".

"Tutto è bene ciò che finisce bene", ha commentato laconicamente Luca Zaia. Clodovaldo Ruffato, presidente del Consiglio veneto, invece, si è detto contento che il Governo "abbia accolto le nostre spiegazioni e non abbia avuto timore a fare un onesto passo indietro rispetto a una decisione che sembrava essere già stata presa".

"Considero la presa di posizione del Governo un atto di responsabilità e non di debolezza – ha osservato il presidente della commissione Statuto in consiglio veneto Carlo Alberto Tesserin – In un momento così delicato si è evitato uno scontro fra Istituzioni che non ci saremo potuti permettere".

Tuttavia non sono mancate le puntualizzazioni da parte dei vari gruppi politici del Veneto. "Inutile dire - ha detto Federico Caner, capogruppo del Carroccio - che Zaia, accompagnato da Bossi, ha ottenuto il miglior risultato possibile da Monti. Questo chiude il becco a tutte le 'cornacchie bipartisan' che hanno approfittato dei dubbi del Governo per attaccare politicamente il presidente della Giunta veneta, attribuendo la colpa del presunto fallimento dello Statuto a ripicche romane contro la Lega".

Diametralmente opposto il commento del capogruppo del Pd Laura Puppato e del vicepresidente della commissione Sergio Reolon, che hanno negato che il Governo abbia mai impugnato lo Statuto: “C'era soltanto un approfondimento in atto da parte del Governo che qualcuno, in primis Zaia, ha voluto strumentalizzare in salsa anti romana per poi apparire come salvatore della patria".

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