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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Indennità parlamentari, Gentilini: "Politici scendano da scranni dorati"

La Lega si mostra divisa sui tagli alle indennità dei parlamentari. Favorevole lo sceriffo di Treviso, che invita i politici italiani a stringere la cinghia

Pareri divisi all'interno del Carroccio a proposito dei tagli alle paghe dei parlamentari. Se all'anti-casta che protesta contro i privilegi dei politici, Piergiorgio Stiffoni, senatore della Lega, risponde: "Io con le pezze al sedere non voglio andare in giro", l'ex primo cittadino trevigiano invita tutti a mettersi a dieta.

"Non sono contro il popolo del Nord che si sacrifica – precisa Stiffoni – ma contro qualche giornalista milionario che ci vorrebbe ridotti alla miseria perché non ci sopporta come baluardo della democrazia". Dal canto suo, alla notizia che i parlamentari frenano sui tagli alle loro indennità, lo sceriffo per antonomasia, Giancarlo Gentilini, scrive al Premier Monti ricordandogli che "c'è la crisi e i tagli alle indennità dei politici devono scattare immediatamente". "Scendano dai loro scranni dorati", protesta Gentilini.

E domani a Palazzo Madama si riunirà il consiglio della presidenza proprio per discutere di vitalitzi e indennità. "In una settimana decideremo – spiega Stiffoni, che sarà presente al consiglio – ma senza fare scelte demagogiche". Più propensa ai sacrifici Simonetta Rubinato (Pd), sindaco di Roncade: "Ulteriori sacrifici? Eccoci. Ma non si dimentichi che dal 2006 abbiamo accettato, senza fiatare, tagli per il 30 per cento, secondo misure varie".

Rubinato, però, chiarisce che l'intento non è salvare la busta paga: "Semplicemente vorrei svolgere in modo dignitoso il mio lavoro. Ci diano pure uno stipendio tra i 4.500 e i cinquemila mila euro, alla pari di quello dei colleghi tedeschi. Però ci garantiscano gli altri servizi, come avviene in Germania: dai collaboratori che ci aiutano a presentare le proposte di legge o anche solo le interrogazioni, agli uffici".

L'anti-casta non ha tutti i torti, secondo il senatore leghista Giampaolo Vallardi. E tuttavia "Non siamo i parlamentari della Prima Repubblica, quelli sì avevano i superprivilegi. Non siamo nemmeno parlamentari con tre o quattro legislature e, quindi, con pensioni d’oro – continua Vallardi – Io sono al primo mandato e in busta paga mi restano poco più di quattromila euro al mese", dopo averne versati tremila al movimento.

"E’ pur vero – ammette il senatore Maurizio Castro (Pdl) – che non possiamo costringere gli italiani a moltiplicare i sacrifici e noi esimerci dal fare la nostra parte, anche se è vero che ci siamo autoridotti in questi anni le indennità". "Un ultimo sforzo possiamo senz’altro farlo – concorda Fabio Gava (Partito Liberale Italiano) – ma sacrifici ne abbiamo fatti anche noi. Questo l’anti-casta lo ricordi".

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