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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

La Regione taglia sul sociale, Cgil: "Fatto di inaudita gravità"

La Regione Veneto ha sospeso il finanziamento alle prestazioni socio-sanitaria "extra-LEA". Per Cgil si tratta di un fatto grave, che si ripercuoterà su disabili e anziani non autosufficienti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

La sospensione del finanziamento di prestazioni socio-sanitarie cosiddette “extra-LEA”, decisa in questi giorni dalla Giunta regionale del Veneto, è un fatto di inaudita gravità, che colpisce prevalentemente disabili e anziani non autosufficienti. La CGIL del Veneto, da tempo, denuncia la gravità delle conseguenze derivanti da anni di tagli indiscriminati su sanità e soprattutto nel settore sociale, e sollecita la Regione Veneto a compiere scelte radicalmente diverse.

Da mesi ormai è stato approvato il nuovo Piano Socio Sanitario ma le schede di dotazione ospedaliera e territoriali sono volutamente tenute nel cassetto dalla Giunta regionale, per motivi che appaiono più finalizzati a evitare problemi in piena campagna elettorale piuttosto che alla necessità di avviare un serio confronto che possa portare in tempi definiti e con risorse certe, a rimodulare – per migliorarlo – il Servizio sanitario del Veneto.

Da tempo abbiamo indicato le nostre priorità:

rivedere la governance del sistema, anche attraverso la revisione degli ambiti territoriali delle ULSS il cui numero deve diminuire per una più efficace riorganizzazione dei servizi e per realizzare i necessari risparmi. Anche su questo, invece, nulla di fatto, come dimostra la recente nomina dei 22 direttori generali. In pratica, e come volevasi dimostrare, la cosiddetta “spending review” (tradotto in italiano: revisione della spesa per eliminare gli sprechi e le diseconomie) si sta rivelando come l’ennesimo sistema per praticare tagli indiscriminati su prestazioni, servizi, diritti di lavoratrici e lavoratori ma non incide minimamente sugli sprechi veri, che spesso sono imputabili alla mala-gestione messa in atto dai centri di potere (politici e non) che governano la sanità;

riconsiderare la costruzione di nuove strutture ospedaliere ricorrendo alla finanza di progetto che si è rivelata disastrosa per l’abnorme debito che va a gravare sulle strutture pubbliche e che pagano i cittadini in termini di minori servizi;

attuare quanto previsto nel Piano Socio sanitario, a partire dalla necessità di realizzare una reale maggiore integrazione fra sociale e sanitario, attraverso un coinvolgimento pieno dei Comuni e delle Conferenze dei Sindaci nei piani di zona, finanziando adeguatamente l’ambito della non autosufficienza che diventa prioritario nel contesto anche demografico presente e futuro;

spostare risorse dall’ospedale al territorio, realizzando il modello di assistenza di base sulle 24 ore e 7 giorni su 7, attraverso il rilancio delle attività dei Distretti socio sanitari e la realizzazione delle Case della salute.

La CGIL e la Funzione Pubblica ritengono che il sistema sanitario e sociale del Veneto vada difeso e riqualificato, e che le risorse per fare questo siano reperibili attraverso provvedimenti diversi, tagliando davvero sprechi e inefficienze e costruendo un sistema a rete, che valorizzi le eccellenze che ancora ci sono in questo territorio, e tutte le professionalità operanti in questi settori.

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