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Scelta Civica: "Dividere provincia in 9 aree da 90 mila abitanti"

Scelta Civica Treviso ha provato a fare un esercizio sui potenziali bacini nei quali suddividere la provincia dopo la bocciatura della fusione tra i comuni di Villorba e Povegliano, che sarebbero diventati Terralta Veneta

TREVISO - I cittadini votano no al referendum: non vogliono la fusione tra Villorba e Povegliano.  "I limiti dell'attuale impostazione sono legati a due aspetti fondamentali: l'incidenza sul sentimento identitario dei cittadini e la mancanza di una visione strategica perché risultati tangibili si possono ottenere solo su dimensioni ampie" commenta Riccardo Scattaretico. Partendo dalla proposta di Diego Bottacin, firmata anche dai consiglieri regionali Bortolussi, Sandri e Marotta, Scelta Civica Treviso ha provato a fare un esercizio sui potenziali bacini nei quali suddividere la provincia. Diego Bottacin, consigliere regionale ed esponente di Scelta Civica, aveva promosso una proposta di legge per modificare le norme che disciplinano a livello regionale l'esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali, sganciandole dalle effettive fusioni e inserendo termini prescrittivi per regione e comuni. ​

L'esercizio rappresenta una prima ipotesi che tiene conto di fattori come la densità abitativa, la morfologia, i fattori urbanistici ma non ha l'ambizione di avere valore scientifico. "L'obiettivo con cui portiamo oggi questa proposta è soprattutto quello di scagliare un sasso nello stagno immobile creato dalle disposizioni volute dall'assessore Ciambetti e dal governatore Zaia. Come si può pensare di lasciare tutto il peso di operazioni così complesse alla buona volontà dei primi cittadini, e soprattutto con strumenti che vedono la fusione dei comuni, e di conseguenza i referendum, come strumento principale di riordino?"

La proposta di Scelta Civica ipotizza 9 bacini, con Treviso al momento rimasta esclusa dalle aggregazioni per le peculiarità specifiche del capoluogo. Ogni area potrebbe avere un city manager con la responsabilità dei servizi e delle funzioni aggregate, con ovvi benefici in termini di efficienza ma anche con servizi di maggiore qualità grazie alle maggiori risorse disponibili e alle sinergie ottenibili. 

"Speriamo che questa proposta scateni la fantasia dei cittadini e stimoli i sindaci a riflettere su quanto un percorso in tal senso possa incidere positivamente sui bilanci. Lo strumento per attuare tale approccio è già pronto in consiglio regionale" conclude Scattaretico.

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