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Giuramento di Conte, Treviso civica attacca: «Che brutta partenza, sindaco!»

Franco Rosi e Maria Buoso osservano: «Chi dice cose diverse da quelle che dice il sindaco è contro la città, la infanga, anche se si tratta di rilevamenti autorevoli come quelli del Sole 24 Ore»

Il discorso con cui il sindaco Mario Conte ha aperto il suo secondo mandato in consiglio comunale ha fatto storcere non poco la naso alle minoranze in consiglio comunale. Tra i più sorpresi da alcune parole usate dal primo cittadino ci sono sicuramente i consiglieri di Treviso civica. «Il sindaco Mario Conte, nel primo Consiglio comunale del nuovo mandato, ha giurato sulla Costituzione, carta d’identità della nostra Repubblica democratica, ribadendo che “la politica deve stare fuori dai palazzi”» così scrivono Franco Rosi e Maria Buoso «E allora che cosa, chi rimane dentro le stanze dove vengono prese le decisioni per tutta la città? Chi non ha bisogno della politica, cioè della scienza e arte del governo della polis, la città, anzi non la vuole proprio? La politica, nella Costituzione su cui il sindaco ha giurato, è l’espressione della sovranità che “appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione”. Cioè con le elezioni, in base alle quali esistono una maggioranza e una minoranza. E quest’ultima ha il compito e il dovere del controllo e della critica. Questa è la democrazia, la nostra politica. Se non deve partecipare al governo della città, cosa si vuole al posto della democrazia?»

«Il sindaco dice anche, nel giorno dell’insediamento del Consiglio comunale, che non accetta “critiche pretestuose” prima ancora che inizi il dibattito consiliare» continua la nota di Treviso civica «Si arroga il diritto di decidere sulla legittimità delle critiche, cosa che lo appassiona da anni (insieme alle pagelle sul valore dei consiglieri di minoranza). Ma questa volta addirittura preventivamente, nel discorso che inaugura l’attività del Consiglio, massimo organo di rappresentanza di tutti i cittadini - inclusi quelli che non hanno votato Mario Conte. Avviso ai naviganti e a tutti: non disturbate il manovratore con le critiche, “non possiamo perdere tempo”. Perché riportare i dati di Treviso nelle indagini nazionali sulla qualità della vita è “infangare la nostra meravigliosa città”: chi dice cose diverse da quelle che dice il sindaco è contro la città, la infanga, anche se si tratta di rilevamenti autorevoli come quelli del Sole 24 Ore (magari contestabili o da considerare solo quando sono positivi), ma non interessa: ci si ferma prima, alla denigrazione dell’avversario».

«Perché il sindaco “rispetta i cittadini” e non rispetta invece chi li rappresenta in consiglio, non contestando il merito delle affermazioni, ma delegittimandole preventivamente. Questo è scavalcare le istituzioni della democrazia riferendosi direttamente ai cittadini. E assomiglia pericolosamente al populismo. Ma Mario Conte è il sindaco di tutte le cittadine e i cittadini, inclusi quelli che si sentono rappresentati da idee diverse, anche critiche» sottolineano Rosi e Buoso «La coalizione del sindaco Conte ha vinto con il 64,75% dei votanti (il 52% dei trevigiani). Un successo. La maggioranza può far tutto quello che vuole. Allora che bisogno c’è di inaugurare l’attività del Consiglio comunale con questi avvertimenti irrispettosi verso il Consiglio stesso, composto da maggioranza e minoranza? Il confronto, le critiche danno fastidio, forse. La discussione è inutile, fa perdere tempo. Nessun consigliere della maggioranza ha ritenuto di spendere una parola, nel Consiglio di inizio mandato, sulla prospettiva di governo della città, su desideri, impegni o altro. Tanto si sa già come va a finire, le decisioni vengono prese altrove. Forse che abbia votato un trevigiano su due fa anche comodo, alla fine meno gente partecipa, conosce, chiede, meglio è. Disinteressatevi pure, si lavora meglio. Da soli. E allora che cos’è il rispetto del sindaco per i cittadini? Come pensa di ascoltarli, anche quelli che non sono sempre d’accordo con il suo operato, se non ascolta con rispetto le parole dei loro rappresentanti? Che cosa vuol dire, allora, che è “al servizio dei cittadini”? Ci auguriamo, di cuore, che la politica come governo democratico, trasparente, rispettoso della città riprenda il posto che le spetta, nelle parole e nei comportamenti di tutti gli amministratori. Perché, come detto e ripetuto da diversi papi, “la politica è la forma più alta della carità” (il “servizio” citato dal sindaco)».

«Noi, consiglieri di minoranza» si chiude la nota «crediamo nella politica a servizio di tutta la città che si nutre di un confronto onesto e rispettoso tra posizioni diverse, non ‘critiche pretestuose’ e inaccettabili, unica forma democratica di crescita per tutti».

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