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Coppie gay iscritte nel registro anagrafe, il Popolo della famiglia lascia il centrodestra

Il movimento di Mario Adinolfi lancia il proprio candidato (il sesto nella corsa a Ca' Sugana), Luigino Rancan, ex sindaco di Mansuè. Intanto Unione popolare attacca frontalmente De Nardi sull'ipotesi del "patto con i costruttori" per ripopolare Treviso

L'ok del sindaco di Treviso, Mario Conte, all'iscrizione dei figli di coppie omogenitoriali nel registro dell'anagrafe comunale, ha provocato una prima rottura nell'ala più cattolica del centrodestra. Nei giorni scorsi il Popolo della Famiglia di Treviso, in predicato di presentarsi alle elezioni in una lista che vedeva anche Forza Italia e Coraggio Italia, ha deciso di sganciarsi dalla coalizione per proporre un proprio candidato a sindaco, il sesto in corsa per Ca' Sugana dopo il primo cittadino Conte (centrodestra), De Nardi (centrosinistra), Rocco (Terzo Polo), Mestriner (M5S e Unione popolare) e Ugo Moro (Partito comunista italiano). Si tratta di Luigini Rancan, medico ed ex sindaco di Mansuè.

«Come volevasi dimostrare della vecchia politica non ci si può fidare, sembra un ritornello di una canzone, ed invece è I'amara considerazione di chi voleva appoggiare la candidatura del sindaco uscente Conte, pur smussando alcuni spigoli a beneficio di una azione proficua ed efficace per il bene pubblico, ed invece, è costretto ad ammettere che non si può affidare a Mario Conte nemmeno questa volta» così Carla Condurso, candidata del movimento di Mario Adinolfi alle comunali 2018 «Non potendo rinunciare ai principi fondamentali per cui il nostro partito politico esiste, tra i quali il diritto di ogni essere umano a nascere da una mamma ed un papa, cosi come creati da madre natura (chissà perché la si onora solo nel clima e in qualche intervento a favore di qualche specie a rischio, mentre per il resto della specie umana si fatica a rispettarla) siamo costretti a presentarci da soli, cosi come avevamo previsto fin dal principio. Pertanto, non condividiamo e ultime dichiarazioni del sindaco Mario Conte sull'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali, Il Popolo della Famiglia di Treviso si presenta alle prossime elezioni amministrative trevigiane autonomamente, col suo simbolo, avendo già la pienezza di candidati, ben 32, un programma nutrito, ed un nostro candidato sindaco, il Dott. Luigino Rancan, che già conosce come amministrare un comune e che ha ampia riconoscenza da parte dei suoi concittadini per l'attività professionale e amministrativa svolta».

Unione popolare attacca De Nardi sul "patto con i costruttori"

Intanto la proposta di Giorgio De Nardi di avviare un "patto con i costruttori" per affrontare lo spopolamento della città e combattere i prezzi delle abitazioni ormai alle stelle, hanno scatenato la reazione di Unione popolare, movimento che sostiene il candidato sindaco del Movimento cinque stelle, Maurizio Mestriner. Di seguito la nota, piccata, nei confronti del candidato del centrosinistra.

"Una certa costernazione è inevitabile quando si leggono dichiarazioni come quella del candidato sindaco De Nardi, che di fronte al pericolo spopolamento di Treviso e ai costi delle abitazioni riesce a pensare solo ad un "patto coi costruttori". Costernazione, di certo non sorpresa" si legge nel comunicato diramato "Il candidato non ha chiarito se intende nuovi alloggi, quindi costruire ancora, o la calmierazione di quelli già esistenti. Nel primo caso, sarebbe interessante sapere come intende conciliare il tutto con lo stop al consumo di suolo, che pure continua ad esibire nel suo programma. Nel secondo, da imprenditore saprà, si spera, che la differenza di prezzo tra il valore di mercato e quello calmierato dovrà uscire da qualche parte, a meno che non convinca i costruttori a fare della beneficenza. Si tratta di un atteggiamento tipico di chi non riesce ad andare oltre uno schema politico subordinato alle esigenze di mercato, trascurando completamente le reali necessità della popolazione. Non considera minimamente la situazione di chi una casa non la può e non la potrà comperare. A fronte di un numero di alloggi sfitti ormai neanche più quantificabile contrapposto a quello delle persone e delle famiglie senza casa che è in continuo aumento, a fronte del rischio di gentrificazione e dell'aumento costante della precarietà e della povertà lavorativa, invece di elaborare una politica abitativa a sostegno dei ceti più deboli con un programma di vera edilizia popolare, si pensa ad "alloggi a prezzi calmierati". Ci sono situazioni, in quel poco che resta dell'edilizia residenziale pubblica, assolutamente insostenibili. Ci sono alloggi in condizioni penose, al limite dell'abitabilità se non oltre, ci sono sfratti di famiglie in arrivo. Le persone che abitano in quegli alloggi hanno difficoltà a sostenere le spese richieste, a volte sono proprio nell'impossibilità di farlo. L'adeguamento di quegli alloggi dovrebbe essere la priorità, non è pensabile che da quelle situazioni si possa uscire acquistando un'abitazione, sia pure a prezzo calmierato. Bisogna recuperare e mettere a norma il patrimonio immobiliare esistente, rimetterlo a disposizione di chi ne ha davvero bisogno, non "calmierare": le risorse vanno utilizzate per ripristinare e agevolare l'accesso alle abitazioni già esistenti nell'ottica del diritto alla casa, riconosciuto anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Sarebbe stato bello sentire un candidato che chiedesse l'attuazione completa del protocollo anti-sfratti, che si schierasse contro l'alienazione degli alloggi popolari, che prevedesse la soglia massima comunale di immobili utilizzabili come locazioni brevi turistiche, che proponesse degli stanziamenti per l'aiuto alle morosità incolpevoli. Non è possibile accontentarsi di un patto coi costruttori!".

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