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Il Comune di Treviso esce dalla Re.a.dy: Fratelli d'Italia soddisfatti della risoluzione

Il partito: "Come noto la Rete READY è uno dei principali canali per far affluire finanziamenti pubblici alle iniziative di propaganda e diffusione della teoria gender nelle scuole"

"La Giunta Comunale di Treviso ha finalmente deliberato la risoluzione per ogni collaborazione con la Rete READY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere). Siamo contenti della scelta dell'amministrazione trevigiana e siamo doppiamente soddisfatti poiché hanno fatto loro uno dei punti cardine del programma di Fratelli d'Italia che da anni si batte contro 'l'ideologia gender'. Come noto la Rete READY è uno dei principali canali per far affluire finanziamenti pubblici alle iniziative di propaganda e diffusione della teoria gender nelle scuole". A dirlo il Coordinamento Provinciale di Treviso di Fratelli d'Italia.

"L’uscita dalla rete READY rappresenta per la città di Treviso un importante messaggio politico e culturale, le discriminazioni vanno combattute nell'interezza della persona, non attraverso l'eslusività della propaganda gender. Fratelli d’Italia incoraggia quindi l’Amministrazione comunale a proseguire con determinazione su questa strada verso una vera crescita della nostra comunità nel rispetto di tutti ma libera da inquinamenti ideologici. In questi anni la rete Re.a.dy ha svolto una serie di attività aventi a oggetto esclusivamente le tematiche attinenti a Lgbt, lesbiche, gay, bisessuali e transgender con la scusa del bullismo omofobico, cercando di indottrinare gli alunni e gli studenti verso la loro deriva ideologica. Affermiamo che questa decisione inverte una tendenza che da anni tendeva ad esasperare il fenomeno praticamente inesistente della discriminazione sessuale nella nostra provincia" continuano dalla dirigenza del partito.

"Per questo Fratelli d’Italia ritiene che le categorie da tutelare siano molteplici e che si debba avviare una riflessione in merito al bilanciamento delle azioni a beneficio delle categorie più svantaggiate verso il conseguimento delle pari opportunità, poiché le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema rischia di essere solo un indebito indottrinamento. Vogliamo ricordare, tra l’altro, che la Regione Veneto mette già a disposizione strumenti istituzionali adatti. Puntualmente da parte delle Associazioni LGBT e della Sinistra è partita la consueta tiritera sulla lesione dei diritti civili, sull’intolleranza, sul riemergere dell’oscurantismo del passato, ed ecco riemergere epiteti tra i quali il ricorrente 'fascioleghisti'”.

"E in questo caso vorremmo ricordare che il fascismo che pur voleva la 'maschia gioventù' non emise mai leggi discriminatorie contro gli omosessuali ed in questo il codice Rocco non si discostò dal precedente codice Zanardelli che non condannava l’omosessualità bensì 'l’esibizione in pubblico di atti contro la pubblica decenza' intesa secondo la morale del tempo. Fu, invece, La Democrazia Cristiana, negli anni 50, a far emanare al Ministero dell’Interno una circolare avente come oggetto: 'omosessualità-repressione', nella quale si lamentava la difficoltà a procedere in tal senso in quanto il codice Rocco lasciato dal fascismo non prevedeva nulla a proposito. In menrito, ci fanno sorridere le dichiarazioni di alcuni esponenti della politica cittadina, come Pelloni (Capogruppo del PD): 'Chi amministra dovrebbe pensare ai problemi di tutti i cittadini', oppure quanto dichiarato da Michela Nieri (consigliere comunale del Pd a Treviso): 'Recedere dalla Rete Ready non ha alcun senso l’adesione infatti è totalmente gratuita' e addirittura 'Il recesso, in questo momento storico, assume una valenza simbolica pericolosa, atta ad alimentare sentimenti di omofobia, razzismo e intolleranza nei confronti di tutto ciò che è ritenuto arbitrariamente diverso'".

"E non poteva mancare l’intervento di Francesca Tacca (presidente del Coordinamento Lgbt di Treviso), la quale dichiara che 'non si può sottovalutare il fenomeno del bullismo di stampo omofobico nelle nostre scuole'. Bene, è giusto che si debba pensare a tutti i cittadini e non solo agli LGBT e soprattutto che l’educazione sociale nella scuola non sia a senso unico, come è accaduto negli ultimi anni. E’ vero che l’adesione alla rete Re.a.dy. non costava nulla, ma è anche vero che impegnavano l'amministrazione e che  le varie associazioni hanno ricevuto enormi finanziamenti dallo stato per inculcare nei ragazzi la loro ideologia. Parlare poi di un ritorno al razzismo e all’omofobia è assolutamente fuori luogo, così come il bullismo a stampo omofobico. Fratelli d’Italia ribadisce che ha la famiglia al centro, ed ha la considerazione che l’unione fra uomo e donna è il 'cardine della società', e questo non vuol dire essere omofobici, al contrario dei paladini delle diversità che sono estremamente 'normofobici'”.

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