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Profughi, Comune "omertoso": Mario Conte scrive al Prefetto

Il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale: "Sindaco Manildo e assessore Cabino non rispondono alle nostre domande, è un atteggiamento gravissimo"

TREVISO “Considerato che sulla gestione dei cosiddetti profughi il Comune di Treviso tace in maniera omertosa, allora ci rivolgiamo al Prefetto per capire che costa succedendo, se esiste un minimo di strategia o se invece la nostra comunità continuerà a dover subire questa baraonda, che più che un piano di accoglienza controllato sembra essere una invasione da subire e basta”.

Lo dice oggi Mario Conte, capogruppo della Lega-Nord Liga Veneta in consiglio comunale e a nome di tutto il gruppo, annunciando di aver presentato al prefetto di Treviso, con comunicazione protocollata nella giornata di ieri, una richiesta scritta di informazioni e delucidazioni su tredici punti in merito agli arrivi di cittadini extracomunitari in necessità di accoglienza emergenziale.

“Sono tredici domande contenute in una interrogazione scritta all’assessore Cabino, che si è rifiutata di rispondere appellandosi alla non competenza del Comune su questa materia. Una tesi inaccettabile perché, pur in difetto di competenza, il Comune di Treviso non può dire di non sapere quello che sta accadendo sul proprio territorio. E’ gravissimo che l’Amministrazione dichiari di non avere a disposizione il quadro generale di chi, come e dove viene accolto, tanto più che gli arrivi continuano numerosi e le soluzioni adottate non sono quelle di una accoglienza possibile ma semplicemente costringono la collettività a subire la presenza di individui non identificati, nella maggior parte dei casi migranti economici e non rifugiati, quindi a norma di legge degli immigrati clandestini”.

Le modalità confusionali, improvvisate e prive di una vera strategia di contenimento e di ammortizzazione degli effetti negativi del fenomeno, generano una situazione di caos che si trasforma in insicurezza della cittadinanza, sentimento questo rafforzato dal reiterarsi di fenomeni di piccola criminalità e disturbo sociale di cui si sono resi protagonisti e continuano a rendersi protagonisti alcuni di questi soggetti. E questo accade in un regime di cosiddetta accoglienza diffusa, cioè accoglienza che dissemina il territorio di rifugiati o presunti tali, affidata a enti privati che sono  per lo più imprese cooperative, oramai impegnati in attività che hanno trasformato l’emergenza in una opportunità economica di dubbio gusto sotto il profilo etico e morale”.

“Il fatto che il Sindaco e l’assessore Cabino si rifiutino di rispondere a chiarimenti sul numero e la collocazione di chi viene accolto, sulle procedure di identificazione e i controlli, sulla durata della permanenza, sul numero esatto di quanti sono arrivati e di quelli che arriveranno, è un gesto gravissimo. Da un lato sottointende la volontà di nascondere la realtà dei fatti, dall’altro, stando alla risposta data ad una precisa richiesta formulata all’assessore Cabino, lascia intendere che il Comune di Treviso semplicemente subisce questa situazione, senza la minima volontà di governarla secondo il principio fondamentale dell’interesse alla sicurezza dei propri cittadini. Quindi vedo tre possibilità: l’amministrazione Comunale ha informazioni sui presunti profughi, ma per mero calcolo politico preferisce che le notizie richieste nell’interrogazione ci vengano comunicate dalla Prefetto; oppure l’Amministrazione Comunale ha chiesto informazioni alla Prefetto, ma queste sono state negate e non si dice nulla per timore che l’indignazione dei cittadini travolga la Prefettura e il Sindaco; o, infine, l’Amministrazione Comunale di Treviso non ha mai chiesto nulla alla Prefettura nascondendosi sulla non competenza in materia di politiche dell’immigrazione, ma questo vorrebbe dire aver abdicato le proprie prerogative di sapere chi viene a vivere nel proprio territorio comunale, anche se solo temporaneamente, e vigilare sui comportamenti di queste persone. Su questi punti, ora, risponda il Prefetto. Non alla Lega Nord, ma ai cittadini di Treviso”.

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