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Borgo-fortino, la Lega attacca Manildo: "Non offenda i cittadini"

Dimitri Coin, segretario provinciale e il capogruppo leghista nel Consiglio Comunale del capoluogo, Mario Conte, commentano il modo con cui la puntata di "Uno Mattina" ha trattato il "caso" del complesso residenziale nel quartiere di Santa Bona

TREVISO “Basta con le offese ai residenti del Borgo S. Martino a colpi di sociologia da strapazzo, il bisogno di sicurezza esiste, è reale e quello che non riesce a fare lo Stato, i cittadini sono costretti a farselo da soli”. Lo dicono oggi Dimitri Coin, segretario provinciale della Lega Nord – Liga Veneta di Treviso e il capogruppo leghista nel Consiglio Comunale del capoluogo, Mario Conte, commentando il modo con cui la puntata di “Uno Mattina” ha trattato il “caso” del complesso residenziale nel quartiere di S. Bona a Treviso.

“Abbiamo sentito affermazioni e giudizi indecenti su persone che hanno la colpa di aver scelto un borgo residenziale dotato di una barriera antirumore che funziona sicuramente anche da deterrente alle intrusioni dei malintenzionati, oltre che essere una struttura che mette in sicurezza l’area rispetto alla strada vicina, tenuto conto che la maggior parte delle famiglie residenti ha figli piccoli. Detto questo, se parliamo di sicurezza nel contesto di una provincia che risulta tra le prime 10 in Italia per furti nelle abitazioni e a livello nazionale si vede un incremento del 130% di furti, ci strappiamo le vesti per un muro di cinta dotato persino di allarmi allora vuol dire che stiamo raggiungendo vette di ridicolo. E’ così illogico che ci siano famiglie che potendo scegliere preferiscano acquistare una abitazione nel contesto di spazi di qualità e resi più tranquilli e sicuri da una adeguata recinzione? A quelli che parlano, come avvenuto nel corso del programma odierno di Rai Uno “Uno Mattina” di “comunità introversa” diciamo di scendere dallo scranno delle frasi fatte e di misurarsi con la realtà e il buon senso invece di pontificare sciocchezze”.

“Se poi parliamo di Treviso e del modello di “sicurezza inclusiva e partecipata” di cui ha detto durante il programma il sindaco del Pd, ci permettiamo di ricordare che Treviso è la città in cui, in pieno centro storico , scorrazzano gang di giovani balordi per lo più stranieri che tengono in ostaggio intere porzioni del tessuto urbano; che è la città in cui bande di stranieri,  spacciatori e capi dei racket della prostituzione si rendono protagoniste di regolamenti di conti violenti in pieno giorno in mezzo alle strade trafficate e nei pressi di aree, come la stazione degli autobus, frequentate dai nostri ragazzi. E che è anche la città in cui, nelle piazze, nelle scalinate delle chiese, nei giardini pubblici, lungo i portici medioevali delle vie del centro stazionano decine e decine di immigrati mandati dal Governo centrale nel quadro della cosiddetta accoglienza ai profughi e che ogni settimana almeno un paio di questi soggetti vengono scoperti mentre spacciano droga, per non dire dell’accattonaggio e persino del fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Questo è il modello di sicurezza del sindaco Manildo, un totale caos incontrollato e una città tolta più insicura al godimento dei residenti e sempre più in balia di fenomeni di marginalità e delinquenza”.

“La sicurezza è un diritto fondamentale e tutto ciò che rende o fa sentire i cittadini più sicuri è qualche cosa di non solo condivisibile, ma da difendere al cospetto delle critiche che vengono dai soloni del “so tutto io” che non hanno neppure la decenza di informarsi prima di parlare. Se lo Stato facesse il suo mestiere, cioè quello di mettere in galera i delinquenti e di fermare l’ondata di immigrati clandestini che come dicono le cronache finiscono fin troppo spesso per diventare protagonisti di fatti di malvivenza, i cittadini non avrebbero il bisogno di alzare barriere e recinzioni”. “Riteniamo che i residenti del Borgo meritino rispetto e che finisca questa polemica da quattro soldi che colpevolizza chi sceglie la tranquillità per sé e per la propria famiglia. E si cominci invece a parlare di sicurezza partendo dati veri e reali, non a colpi di astruse teorie sociologiche con le quali non ci si difende dai fenomeni delinquenziali che purtroppo, in questa città, invece di calare, continuano a crescere anche se la Giunta comunale fa finta di non vedere”.

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