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Variante al Piano degli Interventi in via Cisole: «Conte dalla parte della cementificazione»

Coalizione civica per Treviso attacca l'ok al progetto che prevede 18 ettari di nuovo consumo di suolo, 120.000 metri cubi di nuova edificazione e 4.000 metri quadrati in più di superfici commerciali. Rispetto per l'ambiente del sindaco? «Solo chiacchiere e greenwashing»

La variante al piano degli interventi di via Cisole che prevede l'edificazione di 5.250 metri cubi di residenziale e 15.750 metri cubi di edificazione commerciale è stata approvata nel corso dell'ultimo consiglio comunale e a nulla sono valse le osservazioni presentate da Treviso civica che oggi, nel corso di una conferenze stampa che si è svolto proprio nell'area che sarà cementificata, ha nuovamente attaccato l'amministrazione comunale trevigiana ed il sindaco Mario Conte, accusati di "stare dalla parte della cementificazione".

Il comunicato di Coalizione civica

Con l’esame e l’approvazione o meno delle osservazioni alla variante n. 6 al Piano degli Interventi l’amministrazione cittadina (in questo caso rappresentata dalla maggioranza in Consiglio Comunale) ha scelto ancora una volta di stare dalla parte della cementificazione invece da quella della difesa del territorio, delle aree verdi, del suolo non cementificato o asfaltato. Nella osservazione che abbiamo presentato noi di Coalizione Civica per Treviso ci sono tutte le motivazioni per la quale la variante avrebbe dovuto ritirata: a) perché prevede un incremento del consumo di suolo nel territorio comunale; b) perché nella variante non vi sono interventi che favoriscano la rigenerazione urbana o rendano maggiormente onerosi le edificazioni caratterizzati da consumo di suolo; c) perché nella variante non vi sono interventi che favoriscano interventi edilizi finalizzati alla realizzazione di nuove abitazioni che soddisfino la richiesta di alloggi da parte delle persone e delle famiglie che non sono attualmente in grado di accedere al libero mercato della locazione o della compravendita; d) perché la variante in oggetto prevede la realizzazione di numerosi nuovi edifici ad uso commerciale con superficie di vendita di medie dimensioni.

La variante risulta priva di quel carattere pianificatorio che dovrebbe essere tipico di un atto urbanistico, perché non esprime una volontà dell’amministrazione nel determinare il futuro sviluppo della città ma si limita ad accogliere proposte e richieste di soggetti privati senza, peraltro, inserirle in un quadro logico, in una propria progettualità organica con cui le proposte e richieste si rivelassero coerenti.

I NUMERI DELLA VARIANTE

- 18 ettari di nuovo consumo di suolo

- 120.000 metri cubi di nuova edificazione

- 4.000 metri quadrati in più di superfici commerciali

Il territorio cittadino è già pesantemente compromesso dalle colate di cemento e di asfalto ma la variante prevede (solo in relazione agli accordi pubblico-privati e alle richieste accettate di incrementi di volumetria) nuova edificazione per 120.000 metri cubi che comporta un consumo di suolo di 18 ettari. Nonostante la grande presenza nella nostra città di supermercati e di attività commerciali di medie e grandi dimensioni la variante prevede l’incremento delle superfici di vendita per complessivi 4.000 metri quadrati,

Nella nostra osservazione, quindi, abbiamo chiesto il ritiro della variante o, in subordine, lo stralcio di:

a)    tutti gli interventi che comportano nuovo consumo di suolo;

b)    tutti gli interventi che comportano l’aumento dei volumi di edificazione;

c)    tutti gli interventi che prevedono nuove superfici commerciali.

Queste nostre richieste e altre analoghe osservazioni non sono state approvate dalla maggioranza di centrodestra in Consiglio Comunale e ciò prova, ancora una volta che questa è “l’amministrazione del cemento e dei supermercati” e che quelle del Sindaco sulla tutela dell’ambiente in città sono solo chiacchiere, solo e unicamente “greenwashing” dietro a cui si cela la prosecuzione del processo di cementificazione del territorio cittadino avviato dalle precedenti amministrazioni leghiste.

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