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Politica Crocetta del Montello

Casse di espansione sul Piave, verdetto rinviato dal tribunale delle acque

Slitta la decisione sul progetto per il bacino di laminazione sulle grave di Ciano del Montello. Il commento dell'assessore Bottacin: «Il mio obiettivo è la sicurezza». Il Pd: «Nostre preoccupazioni fondate»

«Quando penso all’opera che dovrebbe interessare il Piave, il mio principale obiettivo rimane quello della sicurezza. Non mi interessa questo o quell’altro intervento nello specifico, l’importante è che si decida per un’opera che ci renderà più sicuri e che è stata avvallata dal punto di vista tecnico e scientifico. Per quanto riguarda l’intervento su cui deciderà il tribunale superiore delle acque pubbliche e che interesserà il Piave, so che ci hanno lavorato fior fior di ingegneri idraulici, cioè di scienziati che non si basano certo su opinioni personali quanto sulla scienza per redarre una relazione idraulica».

A dirlo, mercoledì 12 gennaio, è l'assessore regionale all'ambiente e al dissesto idrogeologico della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, dopo aver appreso la notizia del rinvio da parte del Tribunale superiore delle acque pubbliche sul progetto delle casse di espansione di Ciano. L'opera dovrebbe contenere circa 35 milioni di metri cubi d’acqua in caso di piena, supportando la golena del Piave. Ricordo che l'idraulica è una scienza molto complessa, che segue i dettami delle leggi della fisica e non delle opinioni, che non dimostrano alcunché. Ribadisco, anche, che le varie università, in 50 anni, oltre all'Autorità di Bacino e al Ministero, sono arrivate alla medesima conclusione e cioè che bisogna trattenere 80 milioni di metri cubi d'acqua per almeno una decina di ore in spazi temporanei, in aggiunta alle golene, non in sostituzione. Detto ciò, mi preme sottolineare - conclude Bottacin - che rimane alta e massima la fiducia nella giustizia alla quale chiediamo un verdetto per la sicurezza del Piave che, ancora oggi, ci affascina sussurrando (o “mormorando”) della nostra storia passata ma anche della vita presente».

Il commento del Pd

«Il rinvio del ‘verdetto’ sulle casse di espansione alle Grave di Ciano da parte del Tribunale delle acque significa che i giudici vogliono approfondire, perché evidentemente hanno ritenuto fondate le preoccupazioni del territorio. Cittadini e sindaci hanno posto questioni molto importanti: adesso attendiamo questa decisione, ribadendo però il principio che bisogna sempre coinvolgere le comunità locali. È un’opera importantissima per la messa in sicurezza, ma la localizzazione va concertata, non deve essere imposta dall’alto». A dirlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale PD, commentando la decisione del Tribunale delle acque che non si è ancora espresso in merito al ricorso presentato dal Comune di Crocetta, supportato da altre sette amministrazioni locali. «Trovo comunque interessante la reazione dell’assessore Bottacin che afferma come le casse di espansione vadano fatte ‘a Ciano o altrove’, ipotesi finora mai presa in considerazione. È quello che sostengono da tempo le comunità interessate, che non negano assolutamente l’indispensabilità dell’opera, bensì contestano l’ubicazione, ricordando il.valore naturalistico dell’area e l’importanza di tutelare la biodiversità per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Che adesso inizi a capirlo anche la Giunta Zaia è una buona notizia».

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