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Vaccino Covid: «Pericoloso dire che ognuno è libero di scegliere»

A dirlo i rappresentanti del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, con il capogruppo Giacomo Possamai e i consiglieri Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis

«Siamo alla vigilia di una campagna di vaccinazione fondamentale e dalle istituzioni non possono arrivare messaggi equivoci o fuorvianti. Dire come ha fatto oggi il presidente Zaia che ognuno è libero di fare quello che pensa è pericoloso». A dirlo i rappresentanti del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, con il capogruppo Giacomo Possamai e i consiglieri Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, a commento delle dichiarazioni odierne nel consueto punto stampa di Marghera. «Speriamo che quanto detto oggi non sia la tesi che la Regione vuole portare avanti, perché deve dare l’esempio ai cittadini». 

«Oggi è arrivata la buona notizia dall’Unione Europea che si partirà con la somministrazione delle prime dosi già dal 27 dicembre. Nei giorni scorsi avevamo chiesto alla Regione di avviare subito una campagna di informazione e sensibilizzazione sull’importanza e la sicurezza dei vaccini, perché dobbiamo raggiungere in fretta la più ampia copertura possibile, motivo per cui saranno gratuiti. Senza un’adesione massiccia della popolazione, siamo destinati a non uscire da questa situazione. Certo, non c’è l’obbligatorietà, ma affermare, da presidente di Regione, che ognuno può fare come gli pare è una posizione irresponsabile. Non è tempo per ridare fiato a No Vax e apprendisti stregoni».

«In Veneto il totale dei deceduti per Covid erano 2.183 al primo di ottobre -sostiene in una nota Articolo Uno- Sono saliti a 4.922 al 15 dicembre. In provincia di Treviso, si passa da 351 deceduti  al 1 ottobre a 751 al 15 dicembre. E i positivi registrati fino allora passano da 5.349 a 38.192. La situazione quindi è molte peggiore di quella che abbiamo vissuto in primavera. Ma nel dettaglio la conosciamo meno. In alcuni comuni sappiamo che si sono vissute situazioni emergenziali, con difficoltà a soddisfare la richiesta di bombole di ossigeno. Di alcuni focolai si è venuto a sapere, di altri si sa che ci sono stati ma non si sa dove. A differenza che nella prima fase dell’epidemia, a primavera, ben pochi cittadini hanno contezza di quanti siano i contagiati e i deceduti nel loro comune, come stia evolvendo la situazione, se nel suo comune la situazione sia più o meno preoccupante rispetto ad un altro o alla media provinciale, quanti siano i concittadini deceduti per l’epidemia. L’ULSS i dati li comunica solo ai Sindaci relativamente al loro comune. I Sindaci ricevono i dati dalla ULSS ma è a loro discrezione renderli noti ai cittadini, e non pare ci sia una gara in questo senso. Avere contezza di questi dati, oltre a un dato di trasparenza, aiuterebbe ogni attore di questa lotta all’epidemia, dal singolo cittadino, agli operatori economici e sociali, al decisore pubblico, a prendere le misure più adatte nel loro comportamento e nelle loro scelte. Chiediamo quindi che venga reso noto il dato quantitativo disaggregato per comune della situazione in quanto solo rendendo consapevoli i cittadini di cosa avviene nelle loro comunità, questi sapranno adottare atteggiamenti più prudenti».

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