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Zero Covid Veneto: «App finanziata con donazioni dei cittadini, serve chiarezza»

Il gruppo consiliare regionale del Partito Democratico ha chiesto delucidazioni sull'applicazione per smartphone di biosorveglianza sanitaria in alternativa a Immuni

«Siamo assolutamente favorevoli a strumenti innovativi che possano aiutare ad affrontare questa emergenza, alleggerendo il lavoro degli operatori sanitari e tutelando la salute dei cittadini. Ma deve esserci trasparenza a 360 gradi, soprattutto se per realizzarli vengono utilizzati i soldi delle donazioni dei veneti».

A chiedere chiarezza sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Giacomo Possamai e Francesca Zottis che ieri, durante la seduta della Prima commissione, si è astenuto sull’app per smartphone di biosorveglianza sanitaria ‘Zero Covid Veneto’. «Non abbiamo alcuna preclusione, semmai vogliamo capire. È nostro dovere dare garanzie sulla qualità di questi strumenti e al momento non ne abbiamo a sufficienza. Oltre ai problemi legati alla privacy, non è chiara la funzionalità dell’app che andrebbe a integrare Immuni. Il rischio, semmai, è che vada ad appesantire il lavoro di medici e operatori sanitari, l’ultima cosa di cui hanno bisogno. Tra visite in ambulatorio, vaccini e tamponi, dovranno anche trovare il tempo per rispondere alle segnalazioni degli utenti alle prese con un sintomo. Per questo sarebbe stato fondamentale ascoltarli tutti, visto che saranno poi materialmente coinvolti nell’uso e troviamo grave il rifiuto della Regione».

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