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Salute

Covid in Veneto, Zaia: «In arrivo una nuova ordinanza anti-assembramenti»

Il Governatore pensa anche alla riapertura dell'ospedale Guicciardini di Valdobbiadene, soprattutto in considerazione dei 48 morti registrati in tutta la regione nelle ultime ore

Ben 2.479.307 tamponi totali eseguiti da inizio pandemia, con attualmente 50.250 persone positive (+2.763) e 1.696 ricoverati negli ospedali del Veneto (+116), il tutto con una importante pressione nelle terapie intensive (210 dedicate al Covid, +7 rispetto a ieri, e 319 non Covid), oltre a 2.643 morti totali (+48 nelle ultime ore) e 5.260 dimessi. Questi i dati (aggiornati alle ore 8) riportati dal Governatore Zaia durante la consueta conferenza stampa di oggi dalla sede della protezione civile di Marghera (VE). Per quanto riguarda la Marca trevigiana, invece, alle 17 di martedì si registrano ora 17.066 casi totali di tamponi positivi (+238 rispetto alle ore 8) da inizio pandemia, ma le persone ora positive sono 9.721. Sono invece 416 i deceduti da inizio pandemia, di cui 12 solo nella giornata odierna (di cui 8 persone ospedalizzate, tutti anziani con gravi pluripatologie la cui età media era di 85 anni). Sono poi 6.929 i negativizzati complessivi. Infine, al momento si contano al Ca' Foncello di Treviso 68 persone ospedalizzate (14 in terapia intensiva), a Conegliano 14 (6 in t.i.), a Vittorio Veneto 105, a Montebelluna 93 (2 in t.i.) e al San Camillo di Treviso 16.

«I contagi ed i ricoveri continuano a crescere in tutto il Veneto, ma il problema attuale non sono i letti ma bensì trovare i team che seguano i pazienti ricoverati, anche nelle Rsa. La preoccupazione non è quindi sul lato ospedaliero, perché da questo punto di vista siamo in grado di curare tutti, ma riuscire a gestire tutto il personale dedicato ai pazienti Covid. Proprio per questo motivo su Treviso stiamo valutando la riapertura dell'ospedale dismesso di Valdobbiadene, il Guicciardini - dichiara il Presidente del Veneto - A questo punto vi dico: bevete uno spritz in meno per evitare il lockdown. Stiamo difatti preparando una nuova ordinanza, che entrerà in vigore entro la mezzanotte di venerdì, per contrastare gli assembramenti accaduti lo scorso weekend».

«Essere in area gialla - continua Zaia - non vuol dire poter far festa, non abbiamo vinto nulla. Devo dunque chiedere un sacrificio a tutti: teniamo il freno a mano nei prossimi giorni e soprattutto nel weekend. Evitiamo assembramenti, le cene di rimpatriata e al ristorante andateci ma con i parenti stretti. Noi oltre certi limiti ospedalieri non riusciamo ad andare, cerchiamo di darci tutti una mano». Inoltre, il Governatore ha comunicato di essere stato contattato dal Capo dello Stato al quale ha dichiarato che la vera preoccupazione sul territorio sono i comportamenti sconvenienti di pochi che potrebbero però impattare su tutta la cittadinanza.

A tal proposito, Zaia ha anche dichiarato che in queste ore si sta personalmente coordinando con i colleghi Presidenti delle regioni gialle confinanti per adottare misure che possano essere d’aiuto nel tenere sotto controllo gli assembramenti. Infine, Zaia fa sapere che la Giunta regionale ha approvato un nuovo ed innovativo protocollo per le cure domiciliari (una sorta di telemedicina) di coloro che non necessitano di essere ospedalizzati, tenendo conto che ormai il 70% delle persone che si presentano in pronto soccorso tornano a casa senza problematiche particolari.

Nuova ordinanza entro giovedì

Sarà un'ordinanza che riguarderà più ambiti e in mattinata ci hanno lavorato l'avvocato Franco Botteon e la dottoressa Francesca Russo, direttore del dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto, ma sui contenuti le bocche rimangono ancora cucite. Dovrebbe essere firmata, al massimo, entro giovedì per essere così in vigore dalla mezzanotte di venerdì. La notizia è che dovrebbero esserci delle «piacevoli novità». Il Governatore ha anche aggiunto che se il trend di contagi e ricoveri continuerà ad essere questo, non è inverosimile pensare che il Governo possa pensare di estendere l'area rossa a tutto il Paese. Tornando, quindi, ad un lockdown generalizzato come nella scorsa primavera.

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