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Salute Montebelluna

Calcio a cinque: a Montebelluna nasce la prima squadra per giocatori ipovedenti

Due importanti iniziative promosse dall'Ulss 2. Oltre al Futsal Treviso, all'ospedale San Giacomo è stato presentato un nuovo servizio per aiutare le persone ipovedenti

MONTEBELLUNA Forza Futsal Treviso! Il sostegno è di cuore e spontaneo e riguarda la squadra di calcio a 5 per ragazzi ipovedenti e il nuovo servizio di ipovisione dell’ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto.

La novità è stata presentata nelle scorse ore alla palestra di Caonada di Montebelluna nel corso dell’allenamento dei ragazzi del Futsal Treviso che partecipano ad un vero e proprio campionato nazionale, da Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana, Tarcisio Sibilla, responsabile dell’U.O.D di chirurgia ambulatoriale oculistica di Castelfranco Veneto e Stefano Miorin, direttore del reparto di oculistica di Montebelluna. Il Futsal Treviso oggi è rimasta l'unica realtà in Veneto di calcio a 5 per ipovedenti. “E’ stata una fatale combinazione raccogliere l’appello di questa splendida realtà, il Futsal Treviso, che cerca di coinvolgere nuovi giocatori ipovedenti e nuovi collaboratori e dirigenti, con il lancio del nuovo servizio ambulatoriale che andrà a regime con iol nuovo anno grazie anche all’acquisto già effettuato di una serie di strumentazioni all’avanguardia per la presa in cura dei pazienti – conferma lo stesso Francesco Benazzi – Da parte nostra non possiamo non sostenere questa come tantissime altre associazioni che rendono possibile quello considerato impossibile. Spero che il territorio possa rispondere presente, ma soprattutto che la notizia si diffonda perché per molti ragazzi ipovedenti questa può essere un’occasione per rinforzare le fila della squadra montebellunese”. L’ipovisione è un’alterazione dell’apparato visivo che causa disturbi della vista molto diversi tra loro, essi vanno da un’acutezza visiva molto ridotta alla restrizione del campo visivo.

Oggi, in molti pazienti che hanno subito un grave ed irreversibile deterioramento delle capacità visive qualcosa può essere fatto: “Questo è quello di cui si occupa il nuovo servizio di ipovisione dell’ospedale San Giacomo Apostolo di Castelfranco Veneto: una riabilitazione che mira, mediante l’utilizzo di sussidi ottici ed elettronici a rieducare il paziente ipovedente ad utilizzare in maniera più produttiva il proprio residuo visivo – sottolinea Tarcisio Sibilla - Presso il nuovo ambulatorio, ad affiancare il vecchio metodo di riabilitazione alla lettura e scrittura, è presente anche il microperimetro; strumento indispensabile per un esatto e più completo inquadramento diagnostico. Esso permette di studiare con precisione oltre la sensibilità retinica residua, anche la sede e la stabilità della fissazione retinica e di individuare con più facilità la zona da riabilitare”. Gli ausili visivi a disposizione dell’ambulatorio saranno ausili ottici (sistemi microscopici, telescopici, lenti per la fissazione eccentrica, lenti filtranti medicali), e non ottici (sistemi illuminotecnici, sistemi ergonomici, ausili tiflotecnici). L’ambulatorio è già attivo  con la prospettiva di ampliamento e completamento entro marzo. “La maggior parte dei nostri pazienti, quasi sempre anziani poichè affetti da maculopatia senile evoluta, rinunciavano spesso e a malincuore ai trattamenti riabilitativi proposti ma offerti da ambulatori per loro troppo disagevoli da raggiungere. Fino ad ora hanno già iniziato il loro percorso riabilitativo 5 pazienti, con risultati del tutto incoraggianti. Il training ha una durata variabile, dai 3 ai 6 mesi, con incontri a cadenza settimanale. Questo servizio è seguito dall’ortottista, figura di riferimento nella riabilitazione visiva, affiancato sempre dal medico oculista”. Finora l’unico centro provinciale di ipovisione, diretto da Giovanni Prosdocimo, direttore di oculistica del Distretto di Pieve di Soligo, riconosciuto dalla Regione Veneto che svolge l’attività di diagnosi e di riabilitazione dell'ipovedente adulto, in collaborazione anche con centri di ricerca internazionali, è sito in Conegliano e ha in cura circa 150 pazienti di cui un centinaio da fuori distretto.

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