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Castelmonte esclusa dal click day per il rimborso di presìdi sanitari

"Comprendiamo la difficoltà di aiutare tutti, ma vietato prenderci in giro". Una riflessione di Giuseppe Possagnolo, presidente della onlus che ha sede a Montebelluna e che conta su una base sociale di oltre 250 soci-lavoratori

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Castel Monte fa parte delle 205.676 imprese escluse dalla lotteria del click day riguardante il rimborso al 100% delle spese sostenute per mettere in sicurezza l’azienda e i lavoratori. Un’azione predisposta dal Governo “Impresa Sicura” per dare un ristoro alle numerose spese sostenute per consentire all’azienda e ai lavoratori di operare in sicurezza. Castel Monte, in questi mesi, nel rispetto delle Direttive e dei Decreti Covid19, da un lato è stata costretta a chiudere una serie di attività (nidi, poliambulatori, fisioterapia,…), dall’altra ad incrementare i servizi di soccorso sanitario presso le Ulss e i Servizi socio-sanitari a domicilio. Il costo sostenuto nei primi 40 giorni di Covid19 per l’acquisto di presìdi sanitari è stato di 14mila euro. Il Decreto Cura Italia aveva stanziato 50 milioni affidandone la gestione a Invitalia, agenzia del Ministero dell’Economia. L’assegnazione è avvenuta con il ‘maledetto’ sistema click day, che consiste in chi per primo, in questo caso, alle ore 9 del mattino di lunedì 11 maggio, inserisce in una piattaforma una serie di dati. Solo dopo 1,046749 secondi, dall’apertura delle ore 9, i 50 milioni sono finiti a 3.150 aziende fortunate che sono riuscite a passare per prime nell’imbuto della rete delle prenotazioni dei contributi. Escluse oltre 250mila aziende, tra le quali Castel Monte, con i medesimi diritti o forse di più dei vincitori. Sì, perché questo metodo distributivo di contributi risponde a regole da lotteria, da sala giochi… non di merito. La risposta è che 50 milioni erano pochi per accontentare tutti. Ma quale senso ha distribuire denaro pubblico a pioggia su alcuni, pochi, senza uno specifico diritto o merito? È giusto rispondere a bisogni così seri, garantendo chi gode maggiore destrezza? Non sarebbe stato meglio tentare di accontentare tutti, almeno per una parte? E poi mi domando: come si fa ad inserire online in un secondo: il codice fiscale, la partita iva e l’importo richiesto? I “vincitori” sono riusciti a compilare tutto in meno di 2 millesimi di secondo e a cliccare pure l’accertamento della correttezza dell’impostazione (persone e non robot) e premere l’invio. Castel Monte, che opera nei settori socio sanitari ed educativo in qualità di onlus con 250 soci, come tante imprese private, se n’è fatta una ragione, come sempre, che occorre cercare di superare situazioni economiche tanto complicate da sola, senza pretendere aiuti che non arrivano o promesse che difficilmente possono trovare soluzione. Non può però sopportare di essere presa in giro spudoratamente, di fronte ad un bisogno certo di ridurre le perdite da costi di produzione aggiuntivi, come l’acquisto di mascherine, detergenti, guanti, tute monouso, necessari alla tutela dei lavoratori e dei clienti. Morale della favola: “Aiutati, che il Ciel t’aiuta”.

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