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Depressione e ansia in aumento a Treviso, gli esperti: «Tutta colpa del Covid»

Il Centro di Valutazione del Consultorio Familiare Centro della Famiglia ha elaborato un'analisi dettagliata delle implicazioni psicologiche che la pandemia ha avuto sui trevigiani

La diffusione della pandemia di Covid-19, e la conseguente condizione di emergenza pandemica nazionale, stanno avendo un forte impatto sulla salute psicologica, le dinamiche relazionali, il benessere psicosociale e gli stili di vita di singoli, coppie e famiglie trevigiane. Non esulano da questa condizione le persone che si sono rivolte, dall’inizio della pandemia fino a oggi, al Consultorio Familiare Centro della Famiglia di Treviso in cerca di aiuto, per una situazione che sta mettendo in ginocchio l’intera comunità a fronte di vissuti di stress, paura e livelli di ansia elevati. Esiti che sulla salute potrebbero essere, in alcune circostanze, tali da sopraffare l’individuo. A presentare il report dell’attività del Centro di Valutazione del Consultorio, martedì mattina, sono stati Adriano Bordignon, direttore del Consultorio, lo psicologo dott. Francesco Carotenuto, responsabile del Centro e la psicologa psicoterapeuta dott.ssa Veronica Gallo.

«L’esperienza psicologica legata al Coronavirus è influenzata da aspetti intrapsichici dell’individuo e da variabili socio-culturali, come il nucleo familiare e il contesto sociale di appartenenza - dichiarano ai nostri microfoni i rappresentanti del Centro della Famiglia - Tra i fattori di rischio legati a questa crisi pandemica si possono elencare il distanziamento sociale (che può aumentare l’isolamento e la solitudine, esacerbando problemi di salute mentale); il consumo di alcol o di sostanze, la violenza domestica e gli abusi (che possono essere aumentati durante il confinamento forzato in casa a seguito dell’insorgere di problemi economici; la restrizione delle libertà personali ela paura del contagio; lo stress e il burnout per medici e operatori sanitari. Tutto questo oltre al ruolo della comunicazione, in particolar modo delle fake news che possono generare paura, ansia e confusione, e l'attuale crisi economica con il conseguente aumento del tasso di disoccupazione, della precarietà e della riduzione del reddito».

«La quarantena collettiva, le crisi economiche e sociali sono state descritte dalla letteratura come associate ad un possibile aumento dei suicidi - racconta il dott. Carotenuto - La letteratura scientifica che sta analizzando le conseguenze psicologiche della pandemia da Covid-19 suggerisce che dall’inizio della pandemia vi possa essere stato un aumento nella popolazione di sentimenti ed emozioni negative quali ansia, preoccupazione o paura correlati al proprio stato di salute o quello di altre persone, oltre alla preoccupazione di non essere in grado di prendersi cura efficacemente dei bambini. Allo stesso tempo si è verificato un aumento dell’insonnia legato all'incertezza per il futuro, come anche un aumento dei sentimenti di rabbiae di solitudine. Tutto ciò senza dimenticare un aumento di comportamenti a rischio tra cui l'abuso di alcol e tabacco».

«Nell’ultimo trimestre (settembre-novembre 2020) - analizza la dott.ssa Gallo - vi è stato, tra chi si è rivolto al nostro centro (ben 131 i nuovi "clienti negli ultimi mesi), un aumento di alcuni sintomi tra i quali spiccano i disturbi del sonno, l'ansia fobica (probabilmente dovuta alla paura del contagio), la depressione e i sintomi ossessivo-compulsivi probabilmente dovuti alla mancanza di controllo percepita rispetto alla situazione che stiamo vivendo. Inoltre, l’efficacia comunicativa, ovvero la capacità di una coppia nel comunicarsi efficacemente sentimenti, emozioni e affetti, ha subito un forte calo negli ultimi mesi rispetto ai trimestri precedenti mentre gli aspetti negativi della comunicazione sono aumentati. La comunicazione evitante (il non voler comunicare o l’affrontare un discorso), l’interruzione comunicativa (l’incapacità di comunicare rispettando i tempi e le esigenze dell’altro sovrapponendosi) e la comunicazione manipolante (comunicare per ottenere dal partner qualcosa per il proprio beneficio ma non per quello della coppia) indicano dunque che le coppie sono oggi messe a dura prova».

«Nel trimestre da settembre a novembre 2020 abbiamo osservato un innalzamento della paura dell'intimità e un abbassamento della soddisfazione di vita in generale rispetto agli altri trimestri - continuano dal Centro della Famiglia - Si può ipotizzare che la paura dell’intimità intesa come intimità affettiva, emotiva e fisica, possa essere conseguente agli effetti della pandemia sulle persone che sperimentano uno stato di allontanamento/distanziamento dal prossimo e isolamento non solo fisico ma anche affettivo che genera quindi in maniera reattiva la paura di aprirsi e avvicinarsi al prossimo e la fatica a ritornare a quella che era la quotidianità che tanto agognamo e che forse stiamo dimenticando a causa della paura del contagio e delle sue conseguenze. Anche la soddisfazione di vita generale delle persone risulta più bassa, ipoteticamente a causa di tutte quelle conseguenze negative sul piano economico e sociale che stiamo già fronteggiando».

«Quella che emerge è una situazione complessa che probabilmente avrà delle conseguenze sulla salute psicologica delle persone che stanno fronteggiando questo difficile periodo storico - conclude Bordignon - In tale situazione emerge quindi la necessità di coordinarsi a livello territoriale e nazionale per offrire supporto e sostegno a tutte le persone che stanno affrontando o già affrontavano difficoltà psicologiche individuali e relazionali, rimanendo uniti, sostenendosi e ricercando aiuto qualora la situazione divenga insostenibile per le proprie risorse personali».

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