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Salute Conegliano

Tumore a rene e prostata, nuove tecniche all'ospedale di Conegliano

Ad introdurle il primario di Urologia del nosocomio coneglianese, Salvatore Valerio

CONEGLIANO Neoplasie urologiche, l’Ospedale di Conegliano punta, grazie alla collaborazione tra le unità operative di Urologia e Radiologia, su nuove innovative tecniche, utilizzabili sia in fase diagnostica che terapeutica.  La prima novità riguarda l’implementazione della termoablazione percutanea nella cura delle neoplasie del rene. “Questa tecnica  – spiega il primario di radiologia, Gianluca Piccoli – prevede l'inserimento di uno o più elettrodi direttamente all'interno della massa tumorale. Gli elettrodi sono inseriti attraverso la pelle grazie all'uso di appositi aghi, monitorandone il percorso tramite Tac o ecografia. Una volta in posizione gli elettrodi vengono utilizzati per generare calore o freddo a livelli tali da necrotizzare i tessuti colpiti dal tumore”. La termoablazione cutanea, effettuata in collaborazione multidisciplinare dalle unità operative di Radiologia e Urologia viene applicata in casi selezionati , ovvero nei pazienti le cui condizioni generali non consentono il trattamento chirurgico tradizionale e/o mininvasivo, offrendo una ulteriore chance di cura.

Una seconda novità si registra sul versante della diagnostica, radiologica e urologica, del tumore della prostata  La seconda novità che interesserà la Prostate Cancer Unit dell’ospedale di Conegliano, attiva dal 2016, è rappresentata dall’arrivo della Fusion Biopsy , un “navigatore” che fonde le immagini della risonanza magnetica con quelle dell’ecografia tridimensionale guidando, nel corso della biopsia, l’ago fino al ‘bersaglio', ovvero fino alle cellule neoplastiche all’interno della prostata.

“Oltre a ridurre in modo significativo il rischio che alcuni tumori prostatici possano passare inosservati – sottolinea il primario di Urologia, Salvatore Valerio - la biopsia per fusione evita di dover pungere più volte la stessa area, perché rende visibile il tessuto tumorale in modo differenziato rispetto a quello sano, superando il limite della tradizionale ecografia ad ultrasuoni. I benefici della tecnica fusion possono riassumersi in una maggiore sensibilità nell’identificare tumori prostatici clinicamente significativi  in una riduzione delle diagnosi di tumori clinicamente non significativi e dei trattamenti chirurgici  di neoplasie che non richiedono di terapie aggressive, limitando il numero di interventi chirurgici ai soli pazienti colpiti dai tumori più aggressivi. Questa tecnica – prosegue Valerio – sarà utilizzata nei pazienti con diagnosi di tumore prostatico in regime di sorveglianza attiva e nei pazienti con sospetto di neoplasia prostatica, mai sottoposti a biopsia, che abbiano eseguito una risonanza magnetica alla prostata a scopo diagnostico, risultata positiva per lesioni sospette.

"Abbiamo voluto ulteriormente potenziare le Unità operative che dimostrano di riconoscere nell'approccio multidisciplinare un vantaggio professionale e soprattutto di cura per risolvere al meglio le patologie che affliggono i nostri Utenti  - osserva il direttore generale, Francesco Benazzi - . Gli investimenti tecnologici rappresentano quanto la nostra Sanità sia attenta nel migliorare l'offerta diagnostica e terapeutica per i Cittadini ,consentendo alle UOC di Radiologia e Urologia di Conegliano , di collocarsi sempre più come centro di riferimento  per il trattamento di tali patologie , diventando  sempre di più un vero e proprio polo di attrazione”. 

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