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Covid point: «Nessuna carenza di abbigliamento invernale per gli operatori»

L'Ulss 2 Marca trevigiana replica alle accuse del sindacato Nursing up su una presunta mancata consegna di abbigliamento invernale al personale impegnato nei punti tampone

«Tutti i cinque Covid point in modalità drive-in dell'Ulss 2 sono stati riforniti del vestiario necessario e i rispettivi referenti, compresi quelli di Altivole e di Treviso, non hanno mai ricevuto richieste legate alla mancanza di vestiario da parte degli operatori».

Stefano De Rui, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 2, risponde con queste parole alle accuse mosse dal sindacato Nursing Up su  una presunta mancata consegna di abbigliamento invernale agli operatori dei Covid Point. «Sono affermazioni destituite di ogni fondamento - aggiunge De Rui - Già dallo scorso mese di ottobre erano stati effettuati gli ordini del materiale necessario, in base alla rilevazione dei fabbisogni, prevedendo fin da subito anche una disponibilità ulteriore di vestiario, in considerazione del possibile turn over del personale. La scelta del tipo di abbigliamento ha tenuto conto, oltre che della stagionalità, del ruolo dei singoli operatori: ad esempio, il giubbotto imbottito antipioggia è stato previsto per gli operatori addetti al triage mentre il kit base (pantaloni imbottiti, berretto, felpe, scarponi dopo sci) è stato consegnato a tutto il personale dei Covid point, compresi i militari operanti ad Altivole, Castelfranco Veneto e Conegliano, che stanno dando un importante contributo alle attività».

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