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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Covid, salgono contagi e morti e nel Veneto l'Rt è il più alto in Italia

La nostra Regione è tra quelle più ad alto rischio secondo l'ultimo report dell'Iss. La fine delle feste, l'inizio di scuola e la ripresa del lavoro potrebbe portare ad una terza ondata

Venerdì 25 dicembre l'aggiornamento delle ore 17 del bollettino di Azienda Zero per il Veneto vede un leggero aumento dei ricoveri ospedalieri e dei casi attualmente positivi. In regione il numero di positivi è difatti salito a 87.670 (+837)) rispetto agli 86.883 di ieri, mentre sono 350 i ricoverati nelle terapie intensive del Veneto. I morti, invece, sagono purtroppo a quota 5972 (+50 rispetto a ieri).

Per quanto riguarda la provincia di Treviso, i casi attualmente positivi a Treviso e provincia sono 15.236 (ieri erano 14.587) mentre i decessi continuano a crescere e sono 869 (+7 rispetto a ieri). Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 818 nuovi positivi: 573 nel bollettino del mattino e 245 in quello di oggi pomeriggio. Sono poi 45 i pazienti nelle terapie intensive della Marca: 25 ricoverati a Treviso, 9 a Vittorio Veneto, 3 a Montebelluna, 5 a Conegliano e 2 a Oderzo. In area non critica ci sono invece 104 persone ricoverate al Ca' Foncello, 94 a Montebelluna, 113 a Vittorio Veneto, 48 al San Camillo, 28 a Oderzo, 18 a Conegliano e 20 a Motta di Livenza. Dati a cui vanno sommati i ricoveri negli ospedali di comunità dove ci sono 25 pazienti a Treviso e 21 a Vittorio Veneto. Infine, i guariti nella Marca sono ben 30.324.

L'indice Rt del Veneto

L'indice di contagio Rt è sotto l'1 in tutta Italia tranne che in due regioni, il Veneto e il Molise. L'epidemia di Coronavirus è in una fase decrescente ma rallentata. Siamo arrivati ad oltre due milioni di casi di positivi e l'Rt è comunque in aumento per la seconda settimana consecutiva, dopo cinque di fila di flessione. Come riporta Today, i numeri del report dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero pubblicati ieri ci dicono che i rischi per quello che succederà dopo il 6 gennaio sono ancora sul tavolo e non è il caso di abbassare la guardia.

Veneto "ad alto rischio"

Il presidente dell'Iss (Istituto superiore di sanità) Silvio Brusaferro ieri in un video di presentazione dei risultati del monitoraggio ha spiegato che l'Rt nazionale è a 0,90 nel periodo tra il 14 e il 20 dicembre. La scorsa settimana l'Rt si era attestato a 0,86 confermando la ripresa della crescita (quindici giorni fa era a 0,82). Nella maggior parte delle Regioni e delle Province Autonome si registra un livello Moderato o Alto. In particolare, cinque regioni sono classificate a rischio alto, tra queste anche il Veneto, con Rt a 1,11.

«Dopo alcune settimane in cui si è assistito a una tendenza alla diminuzione nell'Rt e nel numero di nuovi casi, - ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza - adesso abbiamo una sorta di tendenza alla stabilizzazione. Tanto è vero che l'incidenza che la scorsa settimana si calcolava essere a circa 375 nuovi casi per 100mila abitanti questa settimana è su 330 per 100mila, quindi la diminuzione è veramente lieve. Lo vediamo anche dai dati quotidiani, vediamo che ogni giorno sia i numeri dei positivi a Sars-CoV-2 che la percentuale di positivi sui test eseguiti rimane più o meno stabile e da un paio di settimane abbiamo ormai una tendenza a un lieve incremento di nuovo dell'Rt: era a 0,82 due settimane fa, è salito a 0,86 la scorsa settimana e ora è a 0,9».

Italia in zona gialla a gennaio?

In questa ottica ci si domanda che effetto avranno la zona rossa e arancione proclamata nei giorni scorsi dal governo Conte: il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook "Coronavirus - Dati e analisi scientifiche, ha spiegato all'agenzia di stampa Ansa che l'Epifania potrebbe portare una riduzione di nuovi contagi. "I dati odierni, con 18.000 nuovi positivi, mostrano una situazione stabile: era prevedibile, considerato che l'indice Rt, in lieve risalita da una decina di giorni, continua a mantenersi di poco sotto l'1", ha detto. "Il Dpcm di novembre ha determinato una drastica riduzione dei nuovi casi, ma poi qualcosa ha interrotto questa decrescita: non sappiamo se sia stato lo shopping pre-natalizio o il passaggio delle Regione in zona gialla. Il punto è che non siamo riusciti a portare i contagi sotto la soglia di allarme: l'indice di positività resta alto, al 9,3%, e sebbene cali la pressione sugli ospedali, continuano gli ingressi di nuovi pazienti bisognosi di cure: in terapia intensiva se ne sono registrati 149 nelle ultime 24 ore".

A partire dall'Epifania inizieranno a vedersi gli effetti delle chiusure natalizie dovute all'istituzione della zona rossa: secondo Sestili questa misura presa su tutto il territorio nazionale potrebbe contribuire a uniformare la situazione tra le varie Regioni. "Possiamo aspettarci un'ulteriore diminuzione dei casi, anche se - conclude l'esperto - non sappiamo quanto potrà durare dopo la riapertura di scuole e attività lavorative". Il pericolo è tutto qui: la fine delle restrizioni potrebbe portare alla terza ondata.

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