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Salute Monastier di Treviso

Covid, alla “Giovanni XXIII” arriva il nuovo "Ergospiro" salva vita

Dopo il Coronavirus si possono verificare aritmie e dolori toracici causati dai polmoni che non riescono ad ossigenare il sangue. Essenziale, soprattutto negli sportivi, è dunque il test da sforzo cardiopolmonare

L'infezione da Sars COV 2 è una patologia che, anche se guariti, può lasciare delle conseguenze su vari organi ed apparati. Testare la funzionalità cardiaca e polmonare in contemporanea risulta essenziale per prevenire complicanze cardiovascolari importanti. Il Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” si è dotato di un particolare strumento, l’Ergospirometro Cardiovit CS-200 Excellence Schiller, il primo nella Marca con queste caratteristiche, in grado effettuare l’analisi dell’elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo, e contemporaneamente, attraverso un'innovativa tecnologia il consumo dell’ossigeno con flusso della respirazione.

“L’infezione da Coronavirus, oltre alla polmonite bilaterale può provocare danni diretti e indiretti anche al cuore. Tra i postumi che si evidenziano nelle persone che sono guarite dal Covid-19, soprattutto nell’immediato periodo di convalescenza, si rilevano fatica a camminare o a compiere sforzi che prima della malattia venivano effettuati con normalità, aritmie o dolori toracici. La mancanza di respiro può essere dovuta alla malattia dei polmoni che non riescono ad ossigenare il sangue, o alle conseguenze cardiologiche dell’infezione - fa sapere il dottor Totò Giujusa Primario di Cardiologia del Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier -  Quello che può accadere, in questi casi, è anche uno scompenso cardiaco”.

Con questa nuova strumentazione, è possibile effettuare il test da sforzo cardiopolmonare analizzando i flussi ventilatori e i gas inspirati ed espirati (O2 e CO2) mentre contemporaneamente si effettua anche la valutazione cardiologica. Trova applicazione in numerose aree: nella cardiologia diagnostica, in quella riabilitativa e in quei pazienti per i quali non è ben chiara la sintomatologia. E’ utile nella valutazione funzionale degli atleti e attualmente obbligatorio per idoneità sportive agonistiche dopo polmoniti da Covid-19. “In questo modo abbiamo a disposizione un quadro di informazioni integrate per la valutazione del paziente cardiopatico sconsigliando stress cardiologici acuti che, se non evitati, possono portare anche alla morte - continua il dottor Totò Giujusa - Una particolare attenzione va rivolta, a tutte quelle persone che praticano attività sportiva, anche amatoriale, e che, non essendo sottoposte a controlli periodici, rischiano, dopo aver contratto il virus, di mettere a rischio la propria salute nel caso di attività fisica intensa" conclude il dottor Totò Giujusa.

“Siamo punto di riferimento per numerose società del territorio quali Umana Reyer, De’ Longhi Treviso Basket, Mogliano Rugby, Pordenone Calcio e tante altre realtà agonistiche minori. La salute e il benessere delle persone per noi vengono al primo posto, soprattutto in questo periodo di pandemia - commenta Matteo Geretto Responsabile Sviluppo e Comunicazione del “Giovanni XXIII” di Monastier - In attesa di tornare a vivere la nostra quotidianità ci stiamo adoperando in ogni modo per consentire, a quanti lo necessitano, di ritornare a praticare attività fisica in sicurezza".

Il test cardiorespiratorio da sforzo è un esame strumentale non invasivo che viene effettuato durante la prova da sforzo su pedana (tapis roulant) o su cyclette. Al paziente/atleta viene controllata la frequenza cardiaca (attraverso il cavo ECG applicato sul torace con degli elettrodi adesivi); la pressione non invasiva (attraverso un bracciale) e viene effettuata l’analisi dei volumi inspirati ed espirati di Ossigeno (O2) ed anidride carbonica (CO2), grazie all’applicazione di una maschera facciale e di un analizzatore di gas inserito nel sistema.

“Siamo costantemente impegnati nello sviluppo di tecnologie per la diagnostica cardiopolmonare e per l’emergenza in collaborazione con importanti università e ospedali come il Presidio Ospedaliero di Monastier - commenta Massimo Aglietti, country manager Italy della Schiller - Il nostro scopo è quello di produrre dispositivi in grado di supportare, sempre meglio, i medici nel loro lavoro, dando quindi un contributo importante per la salvaguardia della salute di tutte le persone” conclude Aglietti.    

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