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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute Montebelluna

Un'aosi per i familiari dei pazienti ricoverati, inaugurata la "Stanza di Jacopo"

Il progetto nasce dalla volontà della famiglia e degli amici di Jacopo Corradi Tocchio, un ragazzo ligure mancato improvvisamente per una crisi asmatica nel 2010, a soli 21 anni, mentre si trovava a Londra

Inaugurata oggi, venerdì, all’Ospedale di Montebelluna, la Stanza di Jacopo, “oasi familiare” all’interno del San Valentino per coloro che si trovano ad assistere familiari o amici in gravi condizioni. Lo spazio, arredato come un piccolo monolocale, con cucinetta tavolo, sedie e divano, è stato ricavato, accanto all’Unità Operativa di Anestesia-Rianimazione. A tagliare il nastro, assieme a Fausta Tocchio, mamma di Jacopo e al presidente della onlus  “La stanza di Jacopo” Gabriele Costerbosa c’erano, oltre al direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi,  il sindaco di Montebelluna Francesco Benazzi, il direttore medico Giuseppe Toffolon, Moreno Agostini, direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione e Lucia Piva, coordinatrice infermieristica del medesimo reparto. La stanza è stata intitolata a Rosanna Cominotto.   

Il progetto de “La stanza di Jacopo” nasce dalla volontà della famiglia e degli amici di Jacopo Corradi Tocchio, un ragazzo ligure mancato improvvisamente per una crisi asmatica nel 2010, a soli 21 anni, mentre si trovava a Londra. La sua famiglia ha fondato un’onlus con la quale sta realizzando negli ospedali italiani delle “isole di conforto”, dedicate a chi si trova ad affrontare momenti di dolore. La stanza realizzata nel nosocomio di Montebelluna è  l’ottava, a livello nazionale, dopo le due di Savona e quelle di Venezia, Imperia, Mestre e Ancona, Conegliano.

«Jacopo ha donato i suoi organi riportando speranza e gioia in coloro che lo hanno incontrato, ad oggi in sette hanno ritrovato il sorriso insieme ai propri cari,  Ci insegna ogni giorno il valore del “dono”, ultimo atto dell’esistenza umana e speranza di nuova vita -racconta mamma Fausta- La “Stanza di Jacopo” è un ambiente separato, arredato ed attrezzato all’ interno del reparto di Anestesia e Rianimazione, realizzato per offrire un momento di dignitosa ospitalità e conforto a chi si trova improvvisamente chiamato ad assistere un proprio caro in una situazione di emergenza. E’ luogo che vuole favorire la dimensione umana dell’assistenza, la comunicazione fra le parti, la complessità dell’approccio e dell’intervento assistenziale medico/infermieristico; luogo dove poter riflettere anche con eventuale supporto psicologico, sull’ipotesi della donazione degli organi. E’ anche segno di riconoscenza per tutti gli Operatori Sanitari che, con grande professionalità ed abnegazione, in prima linea, quasi invisibili perché chiusi nelle sale operatorie e nelle terapie intensive, prendono decisioni nell’ immediato e fanno il possibile e l’impossibile per salvare tante vite. La ULSS 2 Marca Trevigiana nella persona del Direttore Generale Dott. Francesco Benazzi ha condiviso il nostro pensiero e, la Direzione dell’Ospedale di Montebelluna ha messo a disposizione il locale che le maestranze interne hanno ripristinato a regola d’arte. L’Associazione “La Stanza di Jacopo” ha provveduto agli arredi ed all’ allestimento; ne seguirà discretamente gli sviluppi. Ancora una volta prende forma il frutto di una collaborazione esemplare tra una Associazione di Volontariato e l’Istituzione Pubblica: l’Azienda Sanitaria che anche qui a Montebelluna ha accolto questo progetto, lo ha voluto e sostenuto qualificando l’attività di accoglienza, valorizzandone la dimensione umana».

«Ci auguriamo che questa nostra idea venga copiata da più associazioni e da più ospedali possibili -ha sottolineato Gabriele Lalatta Coserbosa, presidente dell’Associazione “La stanza di Jacopo” e papà della fidanzata di Jacopo- Noi portiamo in ospedale qualcosa che non è direttamente sanitario ma che è ugualmente fondamentale nei momenti in cui le persone si trovano a dover affrontare il dolore, la malattia, la morte. Il  Veneto, va sottolineato, è una Regione in cui c’è grande sensibilità su questo tema e che, più di altre, ha risposto a questa esigenza».

«Ai familiari di Jacopo -ha osservato Benazzi- va il nostro più sentito ringraziamento per aver voluto portare anche all’ospedale di Conegliano quest’oasi di conforto dedicata a coloro che si trovano a vivere momenti di difficoltà e di dolore. Si tratta di un’iniziativa che si inserisce in quella linea dell’umanizzazione e del prendersi cura di pazienti e ai familiari che rappresenta uno dei cardini della nostra politica sanitaria». Per il direttore Moreno Agostini la cultura della donazione nel contesto della Marca trevigiana è davvero importante: «In tal senso possiamo affermare che il Distretto Asolo è virtuoso e con questi progetti ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale la comunicazione con i pazienti sia nei tempi che nei luoghi. Ecco la Stanza di Jacopo è il luogo giusto».

DATI ATTIVITA’ UNITA’ OPERATIVA ANESTESIA RIANIMAZIONE Nell’Unità Operativa di Anestesia–Rianimazione dell’Ospedale di Montebelluna, dotata di cinque posti letto, vengono ricoverati, annualmente, circa 300 pazienti provenienti per la maggior parte (1 paziente su 3) dal Pronto Soccorso. Rilevante anche la quota di pazienti ricevuti da altre rianimazioni (13% contro il 6% della media nazionale), soprattutto degli ospedali hub come Treviso nell'ottica di un lavoro di rete e costante collaborazione. La degenza media è di 4,7 giorni (contro il 6,1 media nazionale). La fascia d’età più numerosa (42%) è rappresentata dagli over 75.  Il tasso di occupazione del reparto è del 75%, in linea con quanto dettato dalla letteratura internazionale per ottenere la massima riduzione della mortalità. Infatti, secondo i dati elaborati dell'Istituto Mario Negri di Milano, con il quale il reparto partecipa al progetto di valutazione di efficacia degli interventi  in Terapia Intensiva (GIVITI), la Rianimazione del San Valentino, confrontata con gli altri 300 reparti che aderiscono al progetto, è tra i 30 reparti più efficienti.

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