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Vaccini in ritardo, Pfizer taglia le dosi: Veneto tra le Regioni più penalizzate

L'annuncio è del commissario Arcuri ma non dovrebbero esserci problemi per i richiami perché la Regione ha accantonato le dosi per la seconda somministrazione

Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d'Aosta sono le uniche regioni che non avranno tagli nella distribuzione dei vaccini Pfizer-BioNTech. È quanto emerge dalla ripartizione delle dosi resa nota dall'ufficio del Commissario straordinario Domenico Arcuri dopo la riduzione comunicata dalla casa farmaceutica che non consegnerà in Italia 165mila delle 562.770 dosi previste.

"L'arbitraria distribuzione decisa dall'azienda, non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un'asimmetria tra le singole Regioni - si legge in una nota del Commissario Arcuri - con una differente riduzione delle consegne". Secondo quanto si apprende le regioni più penalizzate saranno l'Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto (cui verrano consegnate circa 25mila dosi), poi il Lazio con 12 mila la Puglia con 11.700. 

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"Gli 80enni sono la seconda categoria con cui continueremo la campagna dei vaccini -  ha detto il commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri, ospite a Domenica In - Già dalla prossima settimana, inizieranno la vaccinazioni, dosi Pfizer permettendo. Mi auguro che la situazione si risolva il prima possibile".

"Poi vogliamo anticipare la somministrazione per le altre categoria: le persone fragili di 60 o 70 anni, le persone che sono esposte a contagi".

Vaccini in ritardo, il caso Pfizer mette a rischio l'immunizzazione 

Con il taglio annunciato si dovrebbe comunque non aver problemi ad affrontare i primi giorni di richiamo: il 27 dicembre, data di un avvio più che altro simbolico, i vaccinati erano stati 7.420, e il primo gennaio in totale erano 49.506, con circa 10mila vaccinazioni al giorno in media. Poi però la campagna aveva preso quota, salendo a 35-40mila vaccinati al giorno, poi fino a 91mila. A partire dalla settimana del 28 gennaio saranno oltre mezzo milione gli italiani da "ri-vaccinare", ossia a cui somministrare la seconda dose, e si porrà il problema di come fare.
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