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Primo giorno d'autunno: riti, credenze, e perchè inizia il 23 settembre

E' arrivata la stagione delle castagne, delle zucche e degli alberi multicolore, scopriamo il significato dell'equinozio

Ci siamo arriva il primo giorno d'autunno! La stagione dei raccolti, forse un po' triste perchè preannuncia il freddo, ma che dipinge con i fantastici colori aranciati delle foglie il paesaggio.

L'equinozio d'autunno, proprio come il solstizio d'estate o l'equinozio di primavera, è un evento mobile, di conseguenza ogni anno cade in un giorno diverso, ma sempre tra il 22 e il 23 settembre. Quest'anno sabato 23 settembre 2023.

I simboli dell’equinozio d’autunno

- Melograno- Legato all'equinozio d'autunno è anche il mito di Demetra e Persefone. Come abbiamo già detto. Secondo la leggenda Persefone mangiò i frutti che le vennero offerti da Ade, in particolare alcuni chicchi di melograno, legandosi per sempre al regno dei morti.

Mora – seconda la leggenda, questo frutto di fine estate, non andrebbe mangiato i mesi successivi a settembre perché verrebbe contaminato da forze oscure

Bambola di paglia o bambola del grano - di derivazione dei miti nordici e celtici, si dice che fosse una bambola propiziatoria, costruita con le ultime spighe di grano e usata come auspicio per un raccolto abbondante.

Significato 

Il significato dell'equinozio d'autunno è legato alla radice latina della parola "equinozio", che nasce dall'unione dei termini "notte" e "uguale". Questo significa che le ore di luce e quelle di buio sono equivalenti. Questo accade perché, in occasione dell’equinozio (sia autunnale che primaverile) i raggi solari sono perpendicolari all'asse terrestre e di conseguenza le ore diurne coincidono con quelle notturne.

L'Equinozio segna, quindi, il passaggio delle stagioni e rappresenta il movimento ciclico dell'Universo, il concetto di ritorno. Sia in primavera che in autunno questo periodo è associato a particolari ricorrenze e miti.

Riti dell'equinozio d'autunno

Nell’antica Grecia è unito alla leggenda delle divinità Ade, dio dell’ombra e della morte, Demetra e Persefone. Quest'ultima era la bellissima figlia di Demetra, rapita da Ade in cerca di una sposa. Demetra fece di tutto per salvare sua figlia Persefone da una vita nell'Ombra, ma non vi riuscì perché questa mangiò i frutti che le vennero offerti, in particolare alcuni chicchi di melograno, legandosi per sempre al regno dei morti. Secondo la leggenda Persefone, trascorre sei mesi (quelli autunnali e invernali) nel regno dei morti e i rimanenti sulla Terra dove aiuta la madre Demetra a far sbocciare la primavera e a far rinascere la natura.

Secondo alcuni antichi miti celti, invece, l’equinozio d’autunno è la festa dell'oscurità che divide gli innamorati e le madri dalle figlie. 
In realtà l'equinozio d'autunno è il giorno dell'equilibrio, perchè le ore diurne e notturne sono uguali. In passato questo momento aveva un doppio scopo: occuparsi dei raccolti più importanti, ma anche decidere ciò che era necessario per l'inverno. Tutta una questione di equilibri, uno spazio dove è possibile rimettere in ordine le cose e ritrovare l'armonia nella nostra vita.

La data mobile

Ma perchè l'equinozio cade in date sempre diverse. Non c'è niente di strano in questo piccolo cambiamento di data; l'equinozio, infatti, è un evento per così dire "mobile" e questo è causato dal piccolo divario che sussiste tra la conta dei giorni del calendario basato sull'anno solare (composto da 365 giorni) e il calendario dell'anno cosiddetto siderale, cioè quello basato sull'effettivo moto di rivoluzione della terra intorno al sole (che corrisponde precisamente a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi). Questo vuol dire che ogni anno che passa sia i due equinozi (d'autunno e primavera) che i solstizi (d'inverno e d'estate) arrivano con circa sei ore di ritardo.

Proprio per evitare uno slittamento delle stagioni che sarebbe causato da questo spostamento di ore, è stato elaborato il cosiddetto anno bisestile. Ogni quattro anni, infatti, c'è un anno che presenta un giorno in più del solito. Se si fanno i calcoli, quelle sei ore all'anno di extra, in quattro anni diventano ben 24, ovvero un giorno interno. I conti così, tornano e i motivi del ritardo dell'equinozio d'autunno di quest'anno sono del tutto speigati!

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