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Mercoledì, 27 Settembre 2023
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La storia del casaro Zanchetta: tradizione, passione, innovazione

Squisiti formaggi e salumi, latte di capra e di bufala, piatti pronti, che vengono venduti nella sua bottega di Casale sul Sile o consegnati a domicilio da autisti commessi

Riccardo Zanchetta storico alimentarista di Casale sul Sile e paladino dei negozi di vicinato ha realizzato con passione un esempio di negozio e caseificio con radici nella tradizione, ma proiettato nel futuro. La creatività, la competenza e l’amore per l’arte casara si percepisce fin da subito e si traduce in un’ampia produzione di formaggi di qualità eccellente, che si rinnova di anno in anno, affianco ad una ricercata gastronomia casearia artigianale.

Un banco dei prodotti propri di svariati metri con golosità e leccornie per ogni gusto, dai freschissimi agli stagionati. E non solo i classici formaggi ma anche yogurt favolosi per tutti i gusti, pizze e tanti altri prodotti pronti da gustare. Per un panorama ancora più completo c'è anche un banco di prodotti internazionali che comprende anche insaccati e tutta la lunghezza del negozio è foderata di pasta, marmellate, vini  etc per non perdere l'occasione di accompagnare i formaggi al meglio.

Caseificio artigiano Zanchetta ha una lunga storia di passione e competenza. Tutto inizia nel lontano 1946 quando Aurelio, di ritorno dalla guerra, impara l’arte casearia in una storica latteria a Casale sul Sile. Nel 1972 inizia l’avventura della famiglia Zanchetta che avvia la gestione di un caseificio artigiano. L’attività, iniziata più di quarant’anni fa da Aurelio e la moglie Ilde, continua ora grazie alla passione dei figli Anna e Riccardo e del nipote Gilberto che mantengono viva la tradizione artigianale. Ad arricchire l’offerta è arrivato lo Yogurtificio, gestito da Gilberto terza generazione della famiglia.

Con Zanchetta Gastronomia Casearia vende salumi, alimentari, bevande, pasta e riso. "Siamo collegati con i clienti online che ci fanno l’ordine. La spesa la consegneremo la sera stessa o se richiesto, l'indomani. Abbiamo anche la consegna a domicilio del latte, al mattino presto, in stile "anglosassone"; si chiama consegna “non disturbare”.

Ci sono molte allergie e ne sono venuto a conoscenza perché anche mio figlio ne soffriva. Cercavo il latte di capra da sostituire al latte vaccino, ma era così difficile da reperire. E così mi sono deciso di attivare personalmente una filiera assieme al signor Stelvio e di produrre i formaggi a latte di capre 100%.".

La modernità

"Quando ho iniziato con le consegne a domicilio, avevo capito che i nostri clienti, pur ricercando prodotti di qualità, non avevano molto tempo da dedicare alla spesa. Di conseguenza ho voluto selezionare gli autisti che rappresentano comunque il rapporto diretto con il cliente, alla pari dei commessi. Abbiamo un calendario per le consegne in 14 zone con 7 furgoni."

Gli inizi

Quando ho iniziato io - spiega Riccardo Zanchetta - il mondo caseario sfamava i contadini da secoli.
Una famiglia aveva 2/3 raccolti all'anno che potevano essere cospicui o non esserci a causa di una grandinata, il latte che veniva dato giornalmente da una mucca era il suo bene più prezioso.
Se parliamo di terra trevigiana il latte era talmente importante non solo per alimentare la famiglia ma soprattutto per essere, più che venduto, barattato con altri alimenti che servivano alla famiglia per il sostentamento.

In tempo di povertà, e non dimentichiamoci che 100 anni fa nel Veneto c'era purtroppo la pellagra e la fame incombeva, avere una mucca o più di una era addirittura uno status sociale e permetteva a chi le aveva una vita più dignitosa. Era l'unico introito sicuro su cui fare riferimento: da qui il triste detto "esistevano i soldi per guarire la mucca ammalata ma magari non c'erano per la moglie".

In effetti nelle case di campagna non avere la stalla significava anche ricercare dei lavori alternativi e da noi per esempio nella bassa trevigiana era normale andare lungo il Sile a trainare i burci contro corrente al posto degli animali da soma (traino).

Avere o potersi mantenere una piccola stalla era il sogno di ogni agricoltore e da qui la capacità dei Veneti e dei Friulani di aver introdotto a fine 800 una struttura organizzativa eccezionale ed unica nel suo genere: la LATTERIA TURNARIA.
Essa prevedeva che mediamente 8/10 proprietari di stalle si unissero in una specie di cooperativa e, dopo aver trovato un locale dove produrre i formaggi insieme ad un Casaro che doveva essere bravo nel lavoro ma doveva anche raccogliere la fiducia di tutti, a turno il capofamiglia o il figlio maggiore dell'agricoltore lavoravano assieme il formaggio.
A questo punto il Casaro doveva redigere le quantità di latte prodotte da ciascun agricoltore e fare una specie di equazione per stabilire quanto durasse il turno per ciascun agricoltore aderente.

Pensate se questo casaro non fosse stato onesto quanto poteva abbindolare i poveri agricoltori che normalmente erano analfabeti. Quindi due erano le qualità fondamentali del casaro:
1 Fare formaggio buono che andasse bene a tutti: e qui ricordiamoci il detto che "una volta si era poveri ma delicati"
2 Doveva saper tenere bene la contabilità per evitare litigi o incomprensioni quindi doveva essere una persona di fiducia e onesta, da qui nasce l'altro detto ancora più famoso quando si dice al furbetto di turno "guarda che troverai quello del formajo"

L'alimento più importante in assoluto era la panna che si ricavava dalle lavorazioni per poi trasformarla in burro che era prezioso e anche di valore ed era di diritto di proprietà del Casaro che rivendendolo riusciva a sopravvivere.

In effetti nella scala sociale dei nostri paesotti di campagna dopo il parroco, il sindaco e il medico c'era il Casaro che, data la sua diligenza morale, spesso e volentieri era chiamato a sbrogliare vertenze familiari di vario genere."

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