It alert: ci spia, traccia le persone? Ecco la verità
I pro e contro del nuovo test della protezione civile, al via in Veneto il 21 settembre alle ore 12
IT-alert, ora tocca al Veneto: a mezzogiorno di giovedì 21 settembre 2023 tutti i telefoni cellulari presenti nel territorio della regione riceveranno un messaggio di test accompagnato da un suono unico e riconoscibile. Chi riceve il messaggio non dovrà fare nulla, tranne leggere il testo e “toccare” lo schermo, le funzioni saranno disattivate finchè non si accetta la notifica, ristabilendo così le funzioni dello smartphone, per poi non visualizzarlo più. Ricevuto il messaggio, l'invito per tutti è collegarsi al sito it-alert.it e rispondere al questionario: le risposte degli utenti consentiranno di migliorare lo strumento. Non viene installata forzatamente alcuna App sui nostri dispositivi.
Secondo gli esperti possono stare tranquilli i complottisti: per una volta siamo davvero di fronte a uno strumento utile di supporto alle persone e che non implica un passaggio di dati personali. Insomma, non è un’invasione della privacy, ma questo non significa che non dobbiamo conoscere pro e contro di questo sistema per riconoscerne eventuali usi impropri.
Pro e contro del test
Sono partiti in Italia i test di IT-Alert, il sistema di allarme pubblico con cui il Dipartimento della Protezione Civile potrà inviare sms ai telefoni presenti in una o più aree geografiche interessate da gravi emergenze o catastrofi di vario tipo, come alluvioni e terremoti. Nei prossimi 15 giorni gli abitanti di tutte le regioni italiane verranno raggiunti dal messaggio di test. Gli SMS vengono inviati con una tecnologia chiamata "Cell Broadcast" che permette, attraverso gli operatori di rete, di trasmettere messaggi a tutti i dispositivi agganciati a una cella senza condividere il numero di telefono alla Protezione Civile. Insomma, come un gigantesco megafono.
In queste ore diverse persone sui social stanno esortando a disattivare il servizio, con tanto di istruzioni operative su come farlo a seconda del sistema operativo.
Qualcuno obietta che viene usato per controllare dove siamo. Ma il gestore del servizio e il gestore del telefono sanno sempre perfettamente dove siamo - e lo tracciano istante per istante. Qualcun altro obietta che è l'ennesimo sistema di controllo delle masse, hanno paura è di essere sorvegliati da remoto dallo Stato. Hanno ragione? Non proprio. Infatti non siamo di fronte a una violazione della privacy e nemmeno a un sistema di sorveglianza.
Il controllo da remoto
Il primo punto è molto pratico. IT-Alert ha il potere di controllare da remoto il nostro dispositivo, in particolare di bloccarlo. Infatti, dal comunicato stampa leggiamo che quando il messaggio arriva sul dispositivo ogni funzione viene bloccata per permettere alla persona di leggerlo. Non è quindi la solita notifica pop-up che possiamo anche ignorare. La ciliegina sulla torta è che, purtroppo per chi ha già modificato le impostazioni del telefono, IT-Alert non potrà essere disattivato del tutto. Infatti il sistema è progettato per essere sempre attivo in caso di emergenza grave, nonostante la diversa volontà dell'utente. Nelle FAQ possiamo leggere che per il "livello massimo di azione", cioè per le emergenze più gravi, i messaggi arriveranno sempre e comunque sul dispositivo dell'utente – così come nelle fasi di test. Questo però lo si scopre solo leggendo il testo di legge e le FAQ. Nelle impostazioni di IT-Alert non è scritto da nessuna parte che disattivarlo non serve, nei fatti, a nulla.
L’incoraggiamento "gentile" e non esplicito verso una determinata opzione
Il secondo punto, più filosofico, riguarda il potere di nudging, ovvero l’incoraggiamento "gentile" e non esplicito verso una determinata opzione che un sistema del genere può avere. Un messaggio governativo che arriva direttamente sul nostro telefono, con tono d'urgenza, che non può essere ignorato, può indurre milioni di persone a fidarsi ciecamente di ciò che leggono e di comportarsi in un certo modo. Un po' come accade per quelle email di phishing che ti dicono che se non clicchi sul link succederanno cose orribili. Un potere da non sottovalutare. Non ci troviamo di fronte ad un sistema di sorveglianza di massa ma è giusto comunque conoscere pro e contro di un sistema di questo tipo.
Privacy Week ha fornito queste informazioni con l’obiettivo di diffondere sempre più la conoscenza e la consapevolezza su It Alert, miglior arma per prevenire problemi. Questo è scopo principe della Privacy Week, la rassegna che ogni anno e investiga il digitale e le potenziali soluzioni per proteggere la privacy dei cittadini. Quest’anno (25-29 settembre a Milano) si parlerà proprio della spesso sottovalutata condizione di essere sempre più “esposti” online.