Aeroporto Canova: spot natalizio o vero miracolo?
Era una notizia attesa ma affatto scontata visti i macigni con cui in questo funesto 2020 si era ostruita, fino a renderla di fatto impraticabile, la pista su cui volava sereno l'aeroporto Canova e va dato subito atto all'amministrazione cittadina ed al sindaco Mario Conte di essersi dimostrati un vero e proprio carro-armato nello sgretolare via via ogni ostacolo, puntando caparbi all'obiettivo che Treviso voleva strenuamente: la riapertura immediata dell'aeroscalo. La manifestazione del 15 settembre scorso, l'ultima in ordine cronologico dai tempi dell'inopinata chiusura, complice un'incomprensibile volontà ostativa del ministro dell'ambiente Costa che rimandava di volta in volta al mittente i masterplan presentati da Save ,aveva urlato alla politica lo sconcerto e la rabbia non solo dei lavoratori direttamente impiegati al Canova ma anche di tutto l'indotto, fatto di oltre un migliaio tra commercianti, artigiani, microimprese nate e sviluppatesi grazie all'aeroporto, chiedendo perché Treviso e solo Treviso fosse ancora chiuso, quando tutti gli altri, a cominciare dal minuscolo Grosseto erano aperti e funzionanti.
Il Covid appariva, a ragione, un'amena scusa per tagliar fuori del tutto il capoluogo della Marca dall'avioportualità, essenziale strumento per lo sviluppo non solo turistico ma soprattutto economico del Veneto tutto, in primis del Bellunese. Ora, finalmente, si riparte, a marzo certo, ma si riparte e non solo coi propositi ma con due decisivi fatti concreti: il Canova diventa "hub" per la compagnia della "Clarsach", l'arpa celtica che campeggia sugli aeromobili e con rotte nuove. Erano anni che Ryanair voleva Treviso come hub ma i deleteri tentennamenti continui della politica locale prona ai continui gorgheggi dei "comitati" piuttosto che alle giuste e motivate sollecitazioni di maestranze ed operatori del settore, avevano stancato, a ragione, Michael O'Leary decidendolo a percorrere altre strade. Ora si spera davvero che non si tratti di un spot natalizio per rasserenare gli animi di chi si è sentito mancare all'improvviso la terra sotto i piedi, con debiti da saldare, maestranze, purtroppo, da licenziare ed attività ridotte sul lastrico ma sia una vera ripartenza.
Percorrere via Le Canevare e vedere il deserto dei parcheggi in cui brilla, nell'oscurità odierna di nubi gravide d'acqua, la scritta luminosa "Completo", ironica e macabra allo stesso tempo, o l'abbandono dei vari cantieri appena avviati colle recinzioni divelte e sommerse di rovi, fa piangere lacrime amarissime per ciò che fu e che con troppa fretto si è distrutto. Da qui il futuro, non me ne voglia il nostro sindaco, appare ancora tristemente buio e mestamente incerto perché, se ripartenza ci sarà, non sarà affatto in accelerazione da formula 1 ma piuttosto in lenta marcia da motore diesel. Anche se, visto come stiamo messi oggi, basterebbe questa.
Vittore Trabucco