Greenway del Sile: al Ponte d'Orlando l'influencer è Lady Incuria
L'inaugurazione, con l'ormai storico "scherzo dell'orario" , in quel giorno dell'ottobre 2015 si aprivano infatti in contemporanea vari tratti della Greenway del Sile e ci si divertì a cambiare la scaletta degli appuntamenti previsti, con la maggioranza , giunta Manildo, e l' opposizione leghista, Regione ed Ente Parco a rincorrersi lungo le anse del fiume, avvenne in pompa magna : nutrito parterre politico,canonica benedizione di don Velludo, parroco di Santa Maria del Sile, taglio del nastro e saporito buffet officiato dalla Pastoria di Borgo Furo con reiterati bis prima e dopo la passeggiata sul ponte di ferro che univa, scavalcando il Sile in uno dei suoi angoli più suggestivi, San Giuseppe a Sant'Angelo e Canizzano . Spenti i riflettori il ponte d'Orlando, questo il nome del manufatto metallico che all'epoca scatenò i vituperi del presidente della sez. trevigiana di Italia Nostra, Romeo Scarpa, venne subito lasciato a se stesso: nessuna indicazione turistica che lo segnalasse come ci si aspettava, nessuna manutenzione di sponde e sterrato, solo costante, totale incuria. Un vero e proprio "parco giochi" per vandali d'ogni età che ne hanno approfittato a piene mani e continuano con una costanza degna di miglior causa, complice pure una vegetazione "esuberante" perchè lasciata senza controllo che offre un'insperato, confortevole riparo ai loro delitti ambientali. Una passeggiata a rischio che fa ammirare, oltre all'ormai consueto lerciume d'ogni sorta, palizzate di recinzione divelte,i segni inequivocabili di "camporelle" si spera almeno gaudenti, rovi penzolanti ad altezza occhi col loro corredo di pericolose spine e , vero must di questo 2020, bisesto e funesto, gli OTID, gli orpelli tessutali inutili e dannosi, alias mascherine, appesi, a guisa di trofei, agli arbusti , fradici di muco e droplet ,il famigerato coacervo infettivo del Covid, che vengono giocoforza "accarezzati" da chi s'avventura in questo tratto della Greenway, vista la larghezza dello sterrato ridotta al lumicino. Qui più che "green" il colore esatto è quello del ponte, marrone, e non occorre spiegare il perchè , come è marrone pure la gestione del verde pubblico, in regime di proroga dal 2018 dopo un quinquennale del Consorzio intercomunale Priula dai risultati non proprio esaltanti e che, nonostante reiterate promesse d'intervenire in modo drastico, naviga placida offrendo questi imbarazzanti ed avvilenti spettacoli.
Vittore Trabucco