Lucia Cendron, un "cold case" di Marca
QUINTO DI TREVISO In America li chiamano "cold case", casi freddi, perchè chiusi ed irrisolti e ci hanno fatto una serie televisiva di successo planetario guadagnandoci pure una valanga di soldini In Italia sono semplicemente fascicoli che ingialliscono, buttati su qualche scaffale, se va bene, o sui pavimenti polverosi ed umidi dei vari archivi di tribunali e procure.Morti e sepolti, morti perchè esperite tutte le indagini ritenute necessarie e sufficienti, sepolti perchè, immediatamente dopo, si provvede a calarvi una bella pietra tombale e...amen! E sono tanti, troppi, i cold case, più di quanto s'immagini, basti solo pensare al "delitto di via Poma" a Roma con l'uccisione di Simonetta Cesaroni, era l'agosto del 1990. Anche qua, a Treviso, c'è, da quella terribile sera del 29 agosto 2012, un " caso freddo" perchè chiuso ed archiviato da tempo senza averlo minimamente risolto. E' l'omicidio di mia cugina, Lucia Cendron , derubricarlo ad incidente stradale, fatalità, concorso di sfortunate circostanze sono meschinità da azzeccagarbugli, avvenuto in via dei Brilli ai confini tra i comuni di Quinto e Treviso. Questi i fatti: una piacevole, calda sera agostana, Lucia in sella alla sua bicicletta che percorre la stradina che dalla Noalese si perde tra i campi per sbucare al colmello di Boiago e sull'omonima strada,sta andando a Paese alle prove del coro "Cantores Pagenses" di cui fa parte; un Ciao bianco, in sella un uomo giovane,casco bianco che perde per un attimo nell'impatto violento, che la centra in pieno, cade, si rialza e fugge; la gente, accorsa dalle rade case vicine, richiamata dal botto che scambia 2 parole coll'uomo e poi si occupa di Lucia agonizzante; i soccorsi, che arrivano e possono solo constatarne il decesso per rottura della spina dorsale all'altezza del rachide cervicale; le indagini, con un fossato che per giorni , dopo la tragedia,resta pieno di "reperti", "indizi" in bella vista, forse irrilevanti, forse non attinenti, certo lasciati là; un presunto colpevole, subito individuato ed altrettanto immediatamente scagionato. Infine l'archiviazione.L'Assassino sparisce, si vaporizza, goccia nelle gocce del manto nebbioso che l'avvolge, lo protegge, lo coccola. Una nebbia "corleonese" da quanto impenetrabile fu e continua ad essere, omertosa e vigliacca. 5 dolorosi, strazianti anni da allora senza che nessuno, mai!, abbia sillabato alcunchè, magari per un singulto di coscienza, magari per fare un dispetto, magari per recuperare una briciola di umanità. Un'intera comunità indifferente, sorda e cieca che si trastulla nel quotidiano tran-tran con un Omicida Assassino che vegeta, verme vigliacco, ridendo e scherzando con lei.