San Giuseppe: il saluto al Maestro d'opera Roberto Brugnera
Una chiesa gremita nonostante le restrizioni Covid ed un sagrato altrettanto pieno di gente per dare l'estremo saluto a Roberto Brugnera, una vita da tappezziere in strada Ovest, insignito qualche anno fa del titolo prestigioso di "Maestro d'opera e d'Esperienza" conferitogli per premiare una vita professionale, oltre 60 anni tra velluti, gobelin, broccati, damaschi, velour, ed aver dato lustro al mestiere di tappezziere. Mestiere antichissimo, lo troviamo citato nel libro dell'Esodo , assurto a gloria nazionale nella Firenze del Rinascimento e nella Francia del Re Sole, che Roberto aveva appreso andando a bottega dal padre Tullio rubandolo, come si usa dire, cogli occhi, un passo alla volta e dimostrando sin da subito una perizia inusuale per la giovane età che si ritrovava. E lì, tra aghi, chiodi, bullette, punteruoli, quadrelli aveva imparato ad appuntare, bullettare,imbottire, intelucciare, destreggiandosi tra broccatelli, marocchini, frange, galloni, borchie, campanelle e guarnizioni .Il suo cursus honorum che l'aveva portato ai vertici della Confartigianato comprendeva almeno 2 gemme preziose di cui andava fierissimo: essere stato scelto per la ricostruzione della Fenice dopo il terribile incendio del 1996 e la pubblicazione del prezioso libro " Tecnica ed arte della Tappezzeria" in collaborazione con Adolfo Terragni anima della scuola che a Milano insegna il mestiere alle nuove generazioni, una vera bibbia per chi volesse intraprendere la professione ma anche indispensabile strumento di consultazione per chi il tappezziere già lo fa. Il suo "buen retiro" per ricaricare le pile è stato Milies , antico borgo in quel di Segusino dove aveva ristrutturato una piccola abitazione, ai piedi dei monti Doc e Cesen. Lì ci andava con la moglie Maria Rosa perchè sapeva che, in quei momenti, il tempo si fermava tra i fiori delle case, il lastricato della mulattiera e la piccola chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice che l'aveva visto prodigarsi per il restauro delle tappezzerie interne. La morte lo ha colto" sul lavoro" nella sua San Giuseppe mentre, con la proverbiale generosità che lo contraddistingueva, stava risistemando i tendaggi ed una poltrona ai vicini di casa. Treviso piange un suo figlio modello, silente, laborioso, generoso e la bandiera di Confartigianato presente alla cerimonia ne ha testimoniato il valore. L'anziana madre ricoverata in casa Marani a Villorba ha voluto stringersi un'ultima volta al figlio presenziando muta e con le lacrime agli occhi alla cerimonia officiata dal parroco don Gatto.
Vittore Trabucco